Per le lavoratrici e i lavoratori del commercio in Trentino il 30 gennaio sarà sciopero. Lo hanno deciso le organizzazioni sindacali del settore, Filcams, Fisascat e Uiltucs regionali, dopo la partecipata assemblea, tenutasi oggi a Trento, per protestare contro la liberalizzazione di orari e aperture dei negozi, introdotta dal governo Monti con il decreto Salva Italia del dicembre 2011. L'agitazione è stata proclamata per mercoledì pomeriggio, lo stesso giorno in cui il Consiglio comunale di Trento sarà chiamato ad approvare la delibera, adottata stamane dalla giunta comunale, con cui le deroghe alle chiusure festive e domenicali vengono estese sino alla fine di settembre. Quindi, nei prossimi nove mesi i negozi a Trento potrebbero restare aperti tutte le domeniche. Per protestare contro la delibera del Comune, sempre il 30 gennaio, a partire dalle 17.30, è previsto anche un presidio delle lavoratrici e dei lavoratori del commercio sotto palazzo Thun.

"Con lo sciopero – spiegano i segretari generali di Filcams, Fisascat e Uiltucs, Roland Caramelle, Lamberto Avanzo e Walter Largher –, intendiamo riaffermare con forza la nostra contrarietà a questa deregulation che scarica i suoi effetti negativi solo su consumatori e lavoratori. Inoltre, protesteremo sotto la sede del Consiglio comunale per chiedere che i municipi, in particolare quelli di Trento e Rovereto, blocchino ogni decisione in attesa dei pronunciamenti della magistratura in merito alla competenza dell'autonomia. L'assemblea odierna ha avuto un significativo successo. Forti del consenso dei lavoratori, domani pomeriggio incontreremo l'assessore provinciale Olivi per discutere come ridurre il danno della liberalizzazione, attraverso un accordo quadro sulle aperture. Vogliamo, però, che tale intesa sia recepita dalla contrattazione territoriale e aziendale. Su questo fronte serve la massima disponibilità da parte delle organizzazioni datoriali".