Non ci stanno a rassegnarsi all'applicazione tout court in Trentino della deregulation su orari e giorni di apertura degli esercizi commerciali. Così il prossimo 28 gennaio le delegate e i delegati sindacali e tutti gli addetti del settore che potranno partecipare, si riuniranno a Trento per dire no a quella che chiamano “una liberalizzazione selvaggia”. Lo hanno annunciato stamane in una conferenza stampa unitaria, le tre organizzazioni sindacali dei lavoratori del terziario, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil che per quella data puntano a riempire la sala della Regione di piazza Dante a Trento

Sarà quello il luogo e il momento in cui i diretti interessati, i lavoratori, potranno finalmente esprimersi sulla riforma introdotta dal decreto Salva Italia del dicembre 2012 che li colpisce direttamente perché rischia di aumentare fortemente i carichi di lavoro e di sconvolgere il rapporto tra tempi di vita e di lavoro delle loro famiglie.

“In un momento di grande crisi per il settore della distribuzione commerciale – avvertono i segretari generali di Filcams, Fisascat e Uiltucs, Roland Caramelle, Lamberto Avanzo e Walter Largher – il tema da affrontare sarebbe quello di rimpinguare il portafogli dei lavoratori per aumentare la domanda. Invece si punta a una liberalizzazione che aumenterà solo i costi per le aziende senza produrre alcuna innovazione ed efficienza col rischio che, oltre ad un deterioramento delle condizioni di lavoro, i maggiori costi vengano scaricati sui prezzi e quindi sulla clientela”.

I sindacati attendono il responso del Tar di Trento
del 7 febbraio per sapere se la recente legge provinciale su commercio, datata 2010, dovrà essere chiusa definitivamente in un cassetto perché, come ha stabilito un pronunciamento della Corte costituzionale, la competenza in materia di regolamentazione del commercio è esclusivamente statale.

“Se così fosse – ricordano i sindacalisti di Filcams, Fisascat e Uiltucs – la strada da percorrere sarà quella di un accordo quadro tra sindacati e organizzazioni datoriali per ridurre il danno, individuando un numero contingentato di aperture nelle giornate domenicali da attuare in Trentino”.