(Labitalia) - Di lavoro "non se ne sta parlando abbastanza, e questo mi meraviglia perchè abbiamo una situazione gravissima di disoccupazione e di malessere, e la situazione diverrà ancora più grave in futuro, quando la cassa integrazione verrà sostituita dall'Aspi, che è una misura che fa pena". Così il giuslavorista Piergiorgio Alleva, interviene, con Labitalia, sulla modalità con cui le forze politiche stanno trattando il tema del lavoro in campagna elettorale.

"La cosa più grave - continua Alleva - è che non sto sentendo nessun partito o coalizione parlare di una vera riforma degli ammortizzatori sociali, visto che l'Aspi è solo un'indennità di disoccupazione, e non garantisce i lavoratori. Va rivisto tutto. Serve un sistema di ammortizzatori sociali più equo e calato sulle esigenze di questa crisi".

Per il giuslavorista, "un altro tema abbandonato è quello del precariato". "Andando avanti così - avverte - il lavoro sarà sempre più precario, e del resto uno come Bombassei, candidato con Monti, ha detto che è meglio precari che disoccupati".

E sul tema del salario minimo, lanciato dal presidente dell'Eurogruppo, Jean Claude Juncker, per tutti i Paesi europei e che ha trovato l'assenso del leader del Pd, Pier Luigi Bersani, per i lavoratori che non hanno contratti collettivi, Alleva dice: "Non si deve cadere nell'equivoco tra il salario minimo garantito e il reddito di cittadinanza. Il salario minimo garantito si applica solo ai lavoratori, e stabilisce che ci deve essere una cifra minima di retribuzione. Esiste in diversi paesi, ma ha effetti recessivi. Il vero salario minimo garantito qui da noi è quello stabilito dal contratto collettivo di lavoro".

E, per il giuslavorista, "con il salario minimo ci sarebbe un depotenziamento della contrattazione: noi, invece, abbiamo bisogno di potenziare la contrattazione". A differenza del salario minimo, secondo Alleva, il reddito di cittadinanza è "la vera frontiera dello Stato sociale".

Per Alleva, le recenti posizioni di Monti sul sindacato sono la testimonianza che "sta uscendo fuori la vera natura reazionaria e autoritaria del montismo". Secondo il giuslavorista, "il sistema per procurare le risorse per rilanciare l'economia, far crescere gli investimenti e il lavoro, c'è: a cominciare dall'abbattimento delle spese militari e, soprattutto, dalla lotta all'evasione fiscale".

Infatti, per Alleva, "il sistema per battere l'evasione fiscale e il precariato è la trasparenza". "Basterebbe mettere on line - continua - tutti i redditi imponibili come fece Visco per sole 7 ore nel 2008, poi bloccato dal Garante della Privacy, per smascherare tutti gli evasori. E con tutti i miliardi dell'evasione ci sarebbero tante risorse per rilanciare il lavoro. E anche i contratti precari per il 90% sono irregolari e se le banche dati dei centri per l'impiego fossero di libero accesso potrebbero essere tutti invalidati. Ma ci vuole la volontà politica per fare questo".