Sarà un 2013 all'insegna delle tasse. Secondo la Cgia di Mestre l'introduzione della Tares, l'aumento dell'Iva previsto dal primo luglio, il ritocco all'insù dell'Imu sui capannoni, gli incrementi dei contributi previdenziali degli autonomi e delle addizionali Irpef a livello locale costeranno agli italiani 14,7 miliardi di tasse e contributi previdenziali in più rispetto al 2012. Per ciascuna famiglia italiana l'aggravio medio di imposta sarà pari a 585 euro: una vera e propria stangata. Lo riferisce oggi (3 gennaio) l'Adnkronos.

"Nonostante la Legge di stabilità abbia aumentato le detrazioni Irpef per i figli a carico la pressione fiscale nel 2013 si  attesterà, secondo le previsioni redatte qualche giorno fa dal Servizio Studi della Camera e del Senato, al 45,1%". Questo il commento di Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia, a margine della diffusione dei dati.

"Ben 0,4 punti  percentuali in più rispetto al dato registrato l'anno scorso - prosegue -. Solo nel 2014 invertiremo la tendenza, ritornando ad una pressione fiscale leggermente al di sotto del 45%". Il livello elevato di tassazione, dunque, non consente una condizione favorevole per stimolare la ripresa economica.

Con l'introduzione dell'Imu, aggiunge la Cgia, "l'Erario ha incassato circa 3-4 miliardi di euro in più rispetto alle previsioni: si tratta di  risorse sufficienti per scongiurare l'aumento di un punto  dell'aliquota Iva del 21% previsto a luglio. Inoltre, se si riuscirà ad agire in maniera ancor più incisiva sul taglio alla spesa pubblica improduttiva, sicuramente ci saranno ulteriori risorse per alleggerire il peso fiscale sulle famiglie. E' questa una condizione necessaria per lasciare più soldi in tasca agli italiani e far ripartire i consumi".