La morte di Stefano Cucchi fu causata dalla sindrome da inanizione, cioè dalla mancanza di alimenti e liquidi.  Queste le conclusioni dei periti della terza Corte d'Assise di Roma, come riferisce oggi (13 dicembre) l'Adnkronos. Gli esperti, incaricati dalla Corte di identificare le cause del decesso di Cucchi avvenuto il 21 ottobre 2009 nell'ospedale Sandro Pertini, le hanno depositate stamani.

Nello specifico, il testo rileva che "la causa della morte di Stefano Cucchi, per univoco convergere, e dei dati anamnestico-clinici e delle risultanze anatomo-patologiche, va identificata in una sindrome da inanizione".

All'interno della relazione, i periti valutano anche il comportamento dei medici che lo ebbero in cura nel reparto di medicina protetta dell'ospedale Sandro Pertini, sottolineano: "Non si sono mai resi conto di essere (e fin dall'inizio) di fronte ad un caso di malnutrizione importante - scrivono -, quindi non si sono curati di monitorare il paziente sotto questo profilo né hanno chiesto l'intervento di nutrizionisti o di specialisti in materia e non hanno trattato il paziente in maniera adeguata determinandone il decesso".

Stefano Cucchi, romano di 31 anni, fu arrestato dai carabinieri per possesso di droga il 15 ottobre 2009 al Parco degli Acquedotti della capitale. Fu ritrovato morto il 22 ottobre nella struttura di medicina protetta dell'ospedale Pertini. Sul suo corpo, sono stati quindi evidenziati dall'autopsia segni di gravi lesioni.

Davanti alla Corte, sono dodici le persone imputate: sei medici che si occuparono del giovane (Aldo Fierro, Silvia Di Carlo, Flaminia Bruno, Stefania Corbi, Luigi De Marchis Preite, Rosita Caponetti), tre infermieri (Giuseppe Flauto, Elvira Martelli e Domenico Pepe) e tre membri della polizia penitenziaria (Nicola Minichini, Corrado Santantonio e Antonio Domenici).