“Lo spettacolo di un Veneto che non decide sugli assetti istituzionali e rinvia il pacchetto a Roma è quanto di peggio potessimo vedere perché significa che la Regione ha deciso di abdicare al proprio ruolo di progettazione e di coordinamento sia di fronte al governo nazionale che di fronte agli stessi enti locali, i quali a questo punto assumono in proprio iniziative e proposte, a partire da quella sull’area Metropolitana tra Venezia e Padova”. A criticare in questo modo la Regione è Emilio Viafora, segretario generale della Cgil veneta

“Ancor prima di una valutazione di merito dei progetti in campo – aggiunge –, va messo in evidenza un problema di metodo nell’approccio a questo temi. Questo riguarda due aspetti fondamentali. In primo luogo è necessario il coinvolgimento della società veneta, a partire dai soggetti sociali, rimasta ai margini di una discussione che invece tocca profondamente il ridisegno della governance e interessa le tematiche del lavoro e dello sviluppo. Non vanno inoltre sottovalutate le preoccupazioni dei lavoratori pubblici circa gli effetti di tali operazioni sul proprio lavoro. In secondo luogo occorre un’analisi approfondita della realtà regionale, della domanda dei cittadini, degli assetti territoriali su cui innestare un ragionamento non solo sulla suddivisione geografica, ma anche su ruoli e competenze delle diverse istanze istituzionali”.

“Per questo – conclude Viafora – chiediamo l’apertura immediata di un confronto che coinvolga le istituzioni in un rapporto largo con la società veneta, a partire dai soggetti della rappresentanza”.