Nuovo boom della cassa integrazione in Veneto. A settembre le ore autorizzate superano la soglia dei 70 milioni evidenziando un’accresciuta sofferenza soprattutto nelle unità di piccole dimensioni. La differenza rispetto all’analogo periodo del 2011 è pari ad un +9,7 per cento, ossia due punti percentuali in più della differenza (7,7%) maturata nei primi sei mesi sull’ anno precedente. Ciò conferma la tendenza al peggioramento, così come la confermano gli ingressi nelle liste di mobilità che nei soli mesi di luglio e agosto crescono di 5.057 unità, portando il valore complessivo del periodo fra gennaio e agosto a 24.028 nuovi inserimenti (+12% rispetto al 2011).

“È la prima volta – commenta il segretario generale della Cgil del Veneto, Emilio Viafora – che crescono in contemporanea e in misura elevata sia la cassa integrazione che la mobilità. Da un lato, significa che vi sono situazioni giunte al limite e non più recuperabili, ma anche che ciò sta avendo un effetto di trascinamento nei confronti di pezzi di apparato produttivo che ancora erano riusciti a resistere ai colpi della crisi globale".

In tal senso, preoccupa il netto aumento della cassa integrazione ordinaria (che sale dai 14 milioni di ore del 2011 ai 21milioni attuali, con un balzo del 45,3%), poiché rappresenta l’emergere di un nuovo stato di difficoltà diffusa che, se non affrontato con urgenza, condannerà la Regione a un inesorabile declino.

"Occorrono politiche industriali e misure anticicliche – rileva Viafora – che consentano di rilanciare con forza la domanda interna. Troppo tiepide sono le misure fiscali contenute nella manovra appena varata dal Governo. Bisogna fare di più che compensare il calo delle imposte dirette con l’aumento dell’Iva, perché ciò per i lavoratori e i pensionati non è nulla più che una partita di giro, magari anche a perdere. Occorre tassare le grandi ricchezze, colpire in modo ancor più deciso evasione e corruzione e trasferire risorse a favore dei redditi da lavoro e pensione, cominciando dalla detassazione delle tredicesime".

Quanto al Veneto – aggiunge Viafora –, occorre un impegno diverso da parte della Regione, che deve incentivare l’innovazione e la capacità aggregativa delle imprese e puntare sulla qualificazione del lavoro e adottare misure per una decisa difesa occupazionale”.

Secondo la Cgil, i dati relativi alla cig in progressivo aumento sono un campanello d’allarme che sarebbe folle ignorare. Il mese di settembre registra 9.792.933 ore di cassa, ossia il 24 per cento in più rispetto a settembre 2011. Di queste, 2.532.518 sono di cigo, 2.146.984 di cigs e ben 5.113.431 di cassa in deroga, indice di un rischio di tracollo incombente sulla piccolissima impresa e sull’artigianato. Ciò è accaduto in pochissimi mesi, poiché non va dimenticato che nella prima parte dell’anno la cig risultava in flessione rispetto al 2011. Nel complesso, da gennaio a settembre 2012, in Veneto sono state autorizzate 70.185.474 ore, di cui 21.355.240 di cigo, 24.008.575 di cigs (che continua a mantenersi su livelli elevati) e 25.821.659 di cassa in deroga.