Via dall'Afghanistan, quasi del tutto, ma pronti ad un intervento in Siria. Il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, intervenendo a Uno Mattina, spiega così il futuro prossimo delle truppe italiane all'estero. Attualmente il nostro paese schiera in Afghanistan circa 4.000 militari. Dopo il 2014 il numero dei soldati che resterà sarà “molto, ma molto inferiore”, annuncia il ministro.

Per il ministro, “il processo di transizione marcia bene e dopo il 2014 il grosso delle forze si ritirerà, ma ci sarà un impegno continuo della comunità internazionale, in forme diverse e con presenze molto minori”. “Il numero di militari che resterà dopo il 2014 sarà deciso dal nuovo Parlamento, ma certo parliamo di numeri molto ma molto minori' degli attuali, ha concluso il ministro.

Ma se l'Italia allenta la sua presenza su un fronte, un altro potrebbe presto aprirsene
. E' ancora il ministro della Difesa ad affermare che, qualora la comunità internazionale decidesse un intervento, anche militare, in Siria nel dopo Assad, “l'Italia ha le capacità” per parteciparvi. A deciderlo, chiarisce il ministro, saranno eventualmente il Governo e il Parlamento, ma Di Paola si dice “convinto che, se il Parlamento così deciderà, potrà dare un contributo”

“Io credo - ha proseguito il ministro - che tutta la comunità internazionale dovrà dare un contributo, come in Afghanistan'. Riguardo alla Siria 'siamo in una fase assolutamente preliminare e non sto dicendo 'l'Italia interviene in Siria', sto solo dicendo - ha ribadito - che se le Nazioni unite decideranno un intervento di tipo internazionale per stabilizzare, l'Italia ha le capacità per farlo. Il Governo e il Parlamento decideranno”.