"La nostra autonomia vive ormai quasi esclusivamente dei nove decimi del gettito fiscale prodotto sul territorio. Ciò significa che chi non paga le tasse affossa il futuro del Trentino perché toglie risorse a un sistema di welfare indispensabile a rafforzare la coesione sociale e a sostenere i più deboli in questa fase di crisi". A dirlo in una nota è Paolo Burli, segretario generale della Cgil del Trentino.

"L'evasione - aggiunge Burli - impedisce anche di arrivare a una riduzione della pressione fiscale su chi produce ricchezza, in primis i lavoratori dipendenti. Se oggi le tasse che gravano su chi lavora superano il 50% del reddito è anche per colpa della piaga endemica dell'evasione e dell'elusione".

"Oggi più che mai, per rilanciare la crescita economica è necessaria una riforma fiscale che garantisca un aumento del potere d'acquisto dei ceti medio bassi e che quindi sostenga i consumi interni. Per farlo bisogna quindi che anche in Trentino si perseveri nella lotta all'evasione fiscale che, come dicono i dati della Guardia di Finanza – 140 milioni di euro recuperati all'erario nel 2010 e nel 2011 –, è ancora di là da essere vinta".

Così conclude il sindacalista: "Scovare e punire chi non paga le tasse non è solo un compito doveroso per le istituzioni dell'Autonomia in quanto garantisce una competizione corretta tra le imprese, ma è anche indispensabile se davvero il Trentino vuole raggiungere il traguardo di un pieno autogoverno che si regga solo sulle proprie risorse finanziarie".