Anche questa volta i metalmeccanici hanno fatto sul serio, hanno scioperato con punte del 80%. C'erano delegazioni di centinaia di aziende e la segreteria della Camera del lavoro davanti ad Assolombarda, per contestare insieme alla Fiom la scelta confindustriale, non solo di presentare una piattaforma per il rinnovo del contratto collettivo nazionale che estende il modello Fiat a tutte le aziende del settore, ma, anche, l’inaudita decisione di escludere il più grande sindacato dei metalmeccanici dalla trattativa.

Infatti, mentre i lavoratori in sciopero manifestavano con la Fiom, Federmeccanica, Fim e Uilm sedevano attorno al tavolo, arrogandosi il diritto di decidere il futuro di tutti sulla base della piattaforma padronale 'modello Fiat'. “Qualunque cosa esca da un incontro separato convocato dai padroni e accettato da Fim e Uilm, non è il contratto nazionale", sostengono i lavoratori. E la Fiom, che è la più rappresentativa organizzazione dei sindacati metalmeccanici, dovrebbe accettare di “entrare dal porta di servizio”, per farsi raccontare il giorno dopo quello che senza il mandato dei lavoratori è stato deciso? Non se ne parla proprio, ribatte il sindacato. "Non vogliamo un altro accordo separato – insistono i lavoratori –, ma un contratto nazionale che sia di tutti. Abbiamo una piattaforma, votata dalle metalmeccaniche e dai metalmeccanici e ci batteremo perché non vengano cancellati i diritti, negata la democrazia e peggiorate le condizioni di lavoro”.

Rincara la dose Marcello Scipioni, segretario generale Fiom Milano, puntando il dito sulla stridente contraddizione in seno padronale: “Il presidente di Confindustria non passa giorno senza sostenere il valore dell’accordo interconfederale del 28 giugno 2011, firmato anche dalla Cgil. Ebbene, quell’intesa prevede che, per la legittimazione a negoziare, è necessario che il dato di rappresentatività per ciascuna organizzazione sindacale superi il 5% del totale dei lavoratori della categoria cui si applica il contratto collettivo nazionale di lavoro. Federmeccanica nega alla Fiom la possibilità di negoziare. Allora, delle due l’una: o la scelta di Federmeccanica è illegittima, oppure ciò che quotidianamente racconta alla stampa Giorgio Squinzi, viene smentito dagli atti della più potente federazione dell’associazione che presiede”.