"L’elettrodomestico, con i suoi 130.000 addetti tra diretti e indiretti, è il settore manifatturiero più importante nel nostro Paese dopo l’automotive". Così inizia il documento conclusivo dell'assemblea nazionale dei delegati e delegate Fiom per il settore dell'elettrodomestico.

Di seguito il testo finale dell'assemblea che si è chiusa oggi:


"Un settore che soffre fortemente gli effetti della crisi dei consumi in Europa occidentale, che è molto esposto alla concorrenza dei produttori asiatici, che nel corso di questi anni ha perso migliaia di posti di lavoro a causa delle scelte delle principali aziende del settore di delocalizzare le produzioni nei paesi low cost e del calo pesante del mercato occidentale.

C’è un rischio vero di collasso del settore. Le situazioni di crisi, causate dall’esaurimento della possibilità di ricorso a ulteriori periodi di Cassa integrazione e di contratti di solidarietà, dal peggioramento del sistema di ammortizzatori sociali (previsto nella contro-riforma del mercato del lavoro in discussione alla Camera dei deputati) e dal possibile avvio di un ulteriore processo di delocalizzazione, richiedono scelte di politica industriale mirate alla salvaguardia del comparto per impedire la scomparsa di interi segmenti del settore.

L’assemblea nazionale delle delegate e dei delegati Fiom dell’Elettrodomestico, svoltasi a Roma il 6 giugno 2012, ritiene che, per dare al settore garanzie e prospettive occupazionali e produttive, sia necessario un intervento urgente di politica industriale, da anni assente nel nostro Paese; un intervento che venga promosso dal Governo e preveda di destinare risorse pubbliche a sostegno di tutta la filiera.

In particolare riteniamo:

- determinante operare la scelta di ridistribuire il lavoro attraverso la riduzione d’orario (come si è già fatto in molti accordi attraverso l’utilizzo dei Contratti di solidarietà e della Cassa integrazione a riduzione giornaliera);

- necessario, in assenza di ammortizzatori sociali, per difendere il salario dei lavoratori e delle lavoratrici, destinare risorse pubbliche per sostenere la riduzione d’orario, ad esempio defiscalizzandola. Uno strumento utile, peraltro, anche a incentivare la permanenza delle produzioni in Italia.

E’ necessario che il Governo faccia scelte di politiche e di intervento pubblico a sostegno della ricerca e dell’innovazione del prodotto che risponda a criteri di ecocompatibilità e stia nella logica di un modello di sviluppo sostenibile.

Queste questioni vanno affrontate urgentemente. Proponiamo a Fim e Uilm di aprire una vertenza di settore e di definire un percorso di iniziative utili ad ottenere la rapida convocazione del tavolo governativo.

L’Assemblea delle delegate e dei delegati dell’Elettrodomestico decide, inoltre, di attuare una prima mobilitazione del settore nelle giornate del 13, 14 e 15 giugno per dare visibilità, nei territori e nell’iniziativa nazionale della Fiom a Roma, alle problematiche del settore e per chiedere al Governo e al Parlamento di annullare le leggi che mettono in discussione i diritti, la democrazia nei luoghi di lavoro, il diritto alla contrattazione collettiva e facilitano i licenziamenti collettivi e individuali".