Il sindacato accusa Altran, società informatica multinazionale con più di 2mila dipendenti in Italia e 17mila in tutto il mondo, di aver "abituato le organizzazioni dei lavoratori a una visione del tutto originale delle relazioni sindacali". E' quanto si legge in una nota della Filcams Cgil: "Sono recenti, infatti, i casi di due cessioni di ramo d’azienda fortemente contestate dal sindacato, con cui non si è voluto sottoscrivere alcun accordo che tutelasse i lavoratori coinvolti dalle cessioni. È bastato poco tempo – afferma la Filcams Cgil – per accorgersi che c’era qualcosa che non andava in quelle cessioni, tanto che in alcuni casi i lavoratori ceduti (a Gepin, ndr) sono stati coinvolti in procedure di mobilità. Abbiamo poi assistito, negli ultimi mesi, a uno stillicidio di trasferimenti, spesso ingiustificati, tesi a individuare e a espellere le risorse non più considerate ‘utili’ o magari meno produttive a causa di maternità o altre necessità legate alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro”.

“Della cig ordinaria non si sa niente – dice la Filcams  –; non ci è stato comunicato un dato che possa metterci in condizione di proporre soluzioni: la legge impone un esame congiunto che l’azienda ha convocato per il 10 aprile in Unindustria, ma le esperienze precedenti ci fanno supporre che non ci sarà la volontà di aprire un confronto vero”.

Le lavoratrici e i lavoratori Filcams di Roma e Torino, riunitisi nelle assemblee, già molto amareggiati dalle vicende precedenti e decisi a far valere la loro opinione nei confronti di questo modo di gestire una fase di crisi, hanno deciso di proclamare lo stato di agitazione e un pacchetto di sedici ore di sciopero, per chiedere il rispetto delle relazioni sindacali e la possibilità di discutere e concordare una gestione condivisa della cassa integrazione, che salvaguardi l’equità e che attenui la penalizzazione dei lavoratori posti in cig. Le prime quattro ore di sciopero saranno effettuate la mattina del 10 aprile con presidi presso le sedi di Roma e Torino.