“Contribuire al processo di pace nel Mediterraneo significa oggi lavorare per la diffusione e l’ampliamento della sfera dei diritti in un processo di interscambio con i paesi dell’altra sponda, che può portare a una crescita culturale anche nel nostro paese”. Lo ha detto Mariella Maggio, segretario generale della Cgil Sicilia, a Comiso nel corso di un dibattito sui temi della pace nel Mare Nostrum. Maggio è stata critica verso le politiche sull’immigrazione del governo italiano, in particolare sulla legge Bossi-Fini, e sul “mancato ruolo dell’Ue”.

“Non è con i respingimenti – ha detto – che si affrontano movimenti demografici epocali come quelli attuali, ma con la politica dell’accoglienza e con la cooperazione internazionale in un contesto che vede ancora focolai di guerra e nel quale diritti fondamentali come quello al lavoro, all’informazione, all’associazione sindacale vengono negati”. La segretaria della Cgil isolana ha parlato della necessità di “rapporti anche tra singole regioni del bacino, cosa che la Cgil non ha mai smesso di chiedere, per contribuire al processo di pace”.

Da un lato, dunque, “consapevolezza della necessità di dare spazio alla multiculturalità e, dall’altro, iniziativa per i diritti e il lavoro. “Ecco perché – ha detto Maggio – il messaggio di Pio La Torre, nel trentennale della battaglia contro i missili a Comiso, ha grande attualità. L’esponente del Pci ha parlato di cooperazione tra i popoli mentre ancora c’era la guerra fredda, anticipando questo grande tema che ha ancora oggi grande validità e riuscendo ad aggregare attorno al suo manifesto pacificista centinaia di migliaia di persone”. Non solo. La Torre “ha anche parlato di lavoro e libertà, obiettivi su cui concentrarsi per dare realmente un contributo alla questione della pace nel Mediterraneo”.