La Cgil del Veneto ribadisce la più netta contrarietà all’ipotesi della Regione Veneto di tagliare del 10-15 per cento la quota degli esenti per reddito dal pagamento dei ticket farmaceutici. Secondo il sindacato, "appare grave l’idea di abbandonare l’Isee come strumento di valutazione dei potenziali aventi diritto all’esenzione per passare alla valutazione su base Irpef. La differenza è sostanziale, perché, mentre con l’Isee, oltre al reddito vengono valutati anche i patrimoni (mobiliari e immobiliari) dei richiedenti, con il solo parametro Irpef rischia di essere premiato chi evade il fisco".

"Se la Regione ritiene – come più volte ha sottolineato – che vi siano numerosi casi di esenzioni 'improprie”', derivanti da dichiarazioni false o incomplete, ha tutti gli strumenti di legge per procedere a verifiche, in collaborazione con l’Agenzia delle entrate, per stanare gli eventuali, immancabili 'furbetti' dello scontrino. Quello che non è accettabile, invece, è un sistema che, tenendo conto dei soli redditi dichiarati, rischia di penalizzare chi ha davvero bisogno: pensionati e lavoratori a basso reddito e precari. I soliti noti, insomma".

"Ci piacerebbe sapere, una volta per tutte – aggiunge la Cgil –, perché in questa Regione si continua a fare cassa nella sanità sulla pelle delle persone, anziché per esempio, definire un modello di governance che tolga di mezzo sprechi e doppioni, a partire dal numero spropositato di Ulss, dal ricorso sempre più oneroso alla finanza di progetto per costruire ospedali, dall’assenza, al di là delle enunciazioni, di provvedimenti che vadano davvero nella direzione di sviluppare e qualificare l’assistenza di base nel territorio 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, che consentirebbe di ridurre gli accessi impropri al pronto soccorso che, invece, troppo spesso resta l’unica modalità per ricevere risposte che dovrebbero essere fornite dai distretti o dai medici e pediatri di medicina generale".

"La vera emergenza in Veneto è l’evasione fiscale, che si alimenta anche per l’assenza di controlli e la quasi certezza di farla franca. Così chi già paga di suo, paga (e salato) anche per chi evade, sia in termini di maggiori tasse, sia in termini di minori e meno qualificati servizi. Chi governa il paese, ma anche Regioni e Comuni, deve rendere conto di questo ai cittadini, affinché l’assenza di controlli e di iniziative finalizzate a ripristinare etica e legalità non si trasformi, a tutti i livelli, in complicità".