“Il tema dei servizi all’infanzia è sottovalutato. Gli enti locali sono al collasso e non hanno gli strumenti per salvaguardare gli asili nido e le scuole materne. Bisogna intervenire immediatamente, perché a essere in gioco, e non è una forma retorica, è il futuro dei bambini, la qualità del loro apprendimento e lo sviluppo della loro personalità”: Queste le parole pronunciate da Rossana Dettori, segretaria generale della Fp Cgil nazionale, a margine dell’iniziativa “Infanzia bene comune” tenutasi a Roma al Centro congressi Frentani. Tra gli ospiti dell’iniziativa, Stella Targetti, assessore Regione Toscana, Annamaria Palmieri, assessore Comune di Napoli, e Adriana Querzè, assessore Comune di Modena.

Dieci miliardi di tagli dal 2010 a oggi per i soli enti locali, a cui vanno aggiunti i tagli che dai ministeri colpiscono a cascata Regioni, Province e Comuni, blocco del turn over, licenziamento dei precari: “Troppi sono gli ostacoli al servizio pubblico rivolto ai bambini e alle loro famiglie, ma più in generale al sistema di welfare locale nel suo complesso e all’assistenza alla persona, con il risultato che la privatizzazione avanza – aggiunge Dettori – senza garanzia alcuna sulla qualità dei servizi offerti”.

La ricetta della categoria dei pubblici Cgil è chiara: bisogna modificare il Patto di stabilità per permettere gli investimenti su asili nido e scuole materne, vanno sbloccate le assunzioni, investite tutte le risorse disponibili per potenziare i servizi; ma soprattutto va costruito un sistema di governance che rimetta mano alle leggi regionali in materia, spesso obsolete, una riforma che garantisca l’estensione del servizio pubblico, la continuità educativa nella fascia 0-6 anni e l’allineamento del livello qualitativo e quantitativo dei servizi, vista la grande distanza tra il Nord e il Sud del paese. “I nidi e gli asili – conclude Dettori – non sono solo luoghi necessari alla crescita dei bambini, ma anche luoghi di integrazione, un sostegno alle famiglie svantaggiate e un investimento sul futuro, anche in termini economici. L’infanzia è un bene comune, tutelarla dovrebbe essere interesse di tutti”.