Genova ha commemorato, a 33 anni di distanza dalla sua morte, Guido Rossa, il sindacalista ucciso dalle Brigate Rosse perché aveva denunciato i terroristi infiltrati in fabbrica. Cerimonie si sono svolte presso l'Officina centrale dell'Ilva, presso la sede della Camera del Lavoro e in via Fracchia, dove l'operaio-sindacalista venne giustiziato il 24 gennaio 1979. "Bisogna vedere in Guido Rossa - ha detto il sindaco di Genova, Marta Vincenzi - uno dei passaggi più importanti nella storia del nostro paese. Alla fine degli anni Settanta, c'era ancora una tensione molto forte nei confronti dello Stato e molti giovani non avevano deciso se stare con lo Stato o con le Brigate Rosse. Dopo la morte di Rossa, invece, tutti compresero quello che erano veramente i brigatisti, cioè assassini e terroristi". Alla cerimonia in via Fracchia, insieme al sindaco di Genova, è intervenuta anche la moglie di Rossa.



L'omaggio della Camera del Lavoro si è svolto in via San Giovanni d’Acri, presso il cippo a ricordo della sua figura dove la Cgil genovese ha deposto una corona di fiori. L’evento si è aperto con l’intervento di Renzo Miroglio, segretario generale della Cgil ligure, dopodiché ha preso la parola Simone Farello, assessore del Comune di Genova, mentre le conclusioni sono state affidate a Alessandro Repetto, presidente della Provincia di Genova. Oltre all’Anpi genovese che ha deposto un mazzo di fiori e la presenza di tanti cittadini, sono intervenute anche due classi di studenti dell’Istituto Bergese di Sestri Ponente.

Nell’intervento introduttivo Miroglio che si è rivolto in particolare ai giovani ragazzi presenti ha ricordato il clima di quell’epoca e il sacrificio di Rossa che di fatto segnò la fine di quella seppur limitata simpatia che i brigatisti pensavano di raccogliere ingannevolmente tra la classe operaia. “Guido Rossa ha consegnato il suo insegnamento a tutti noi, perché la battaglia per la democrazia non è mai vinta una volta per sempre e occorre tenere sempre alta la guardia contro i tentativi del terrorismo di rientrare in campo insinuandosi nelle vicende politiche e sociali del Paese”, ha ricordato Miroglio e ha concluso ricordando come anche oggi la situazione non sia esente da pericoli.