"Onorevole ministro, non dimentico i solenni impegni da lei più volte assunti per dare soluzioni industriali e occupazionali all'industria chimica italiana, in particolar modo per gli impianti di Vinyls e per quelli di LyondellBasell. Non dimentico le dichiarazioni ufficiali sulla 'strategicità della chimica per il paese' e il suo impegno a discuterne nel tavolo nazionale per la chimica, istituito presso il suo ministero". Inizia così la lettera aperta che il segretario generale della Filctem Cgil, Alberto Morselli, ha inviato oggi al titolare dello Sviluppo economico Paolo Romani.

"Non dimentico i suoi contatti diretti con le lavoratrici e i lavoratori cassintegrati che giustamente protestavano sull' Isola dell'Asinara e sulle torce: i lavoratori, allora, lo avevano apprezzato. Ho la presunzione di sapere cosa ne pensano oggi, ma - immagino - lo sappia anche lei: tanto rispetto per chi si impegna seriamente, ma altrettanta rabbia e livore per chi poi gli impegni non li mantiene. Ad oggi tuttavia registro, che oltre alla 'voce grossa' che lei ha alzato nei confronti dei principali responsabili delle vicende Vinyls e LyondellBasell - gli ex proprietari, i fantomatici acquirenti, raramente con i commissari - non si è fatto alcun serio passo avanti".

"La trasformazione verso la chimica verde a Porto Torres è l'unica novità positiva sulla quale unitariamente il sindacato si sta impegnando, anche con sacrifici, ma fiducioso nella serietà di una proposta che punta verso alti livelli di innovazione e a competere nell'ideazione e nella realizzazione di prodotti tecnologicamente avanzati ed ecocompatibili. Tutto il resto è un arido deserto, del quale potrebbe iniziare a limitarne i confini, cominciando da oggi (28 luglio, ndr), nell'incontro per LyondellBasell, confermando il suo impegno ad evitare la ennesima chiusura dei siti, a cominciare da quello di Terni, ricordando che tutta la città si è stretta attorno ai lavoratori con la 'marcia per il lavoro' a sostegno della vertenza".

"Quanto a Vinyls vorrei essere chiaro: non è sufficiente l'azione intrapresa. A Porto Marghera e a Porto Torres – per i quali peraltro c'era l'impegno a riconvocare le parti entro il 25 luglio - ci sono centinaia di lavoratori che attendono risposte e soluzioni. Ho più volte indicato una strada richiedendo il coinvolgimento dell'Eni, che spetta a lei, definendo nuovi progetti industriali, magari anche inediti. Perchè non lo fa? Cosa osta? Ha in mente un altro progetto? C'è qualche altra idea concreta o si sta semplicemente arrendendo alle chiusure?".

"Se così fosse, sbaglia, e di grosso. Si renderebbe responsabile della perdita di conoscenze industriali, di prezioso know how, impoverirebbe tutto il sistema industriale e di conseguenza il paese già sofferente e - non ultimo - abbandonerebbe le lavoratrici e i lavoratori al loro destino, lasciando sul lastrico loro e le loro famiglie.
Di una cosa però le sarei grato: non nascondiamoci dietro ruoli, norme e codicilli che, sappiamo, ci sono e servono. Ma alla politica e a chi ha il suo ruolo è giusto chiedere di più, altrimenti sarebbe sufficiente un notaio. Sia pur all'ultimo secondo, siamo ancora in tempo per uno scatto di orgoglio che mi auguro vorrà dimostrarci di voler fare".