"I provvedimenti tesi a determinare la sostenibilità del sistema previdenziale italiano hanno messo in sicurezza i conti ma non certo l’adeguatezza dei trattamenti per chi lascerà il lavoro. Permangono tutte le preoccupazioni relative al futuro, soprattutto per i giovani e le donne ma per tutti coloro, e sono sempre di più, che svolgono lavori poveri o discontinui". Lo afferma il segretario confederale della Cgil, Vera Lamonica, commentando quanto emerso oggi dalla relazione annuale della Covip.

Secondo il dirigente sindacale "per rendere sostenibile il sistema, anche dal punto di vista sociale, non basta affidarsi al secondo pilastro complementare". Quest’ultimo, infatti, prosegue, "resta un elemento importantissimo del sistema previdenziale e va sviluppato e rilanciato, soprattutto nella sua componente negoziale, a partire dall’allargamento della partecipazione di pubblico impiego e lavoratori di piccole e medie imprese".

Il segretario osserva però come il secondo pilastro "da solo non basta: è necessario che si riapra la discussione, mai fatta da questo governo con le parti sociali alla luce del sole, e si pervenga ad interventi in grado di correggere nel senso dell’equità e dell’adeguatezza un sistema - conclude Lamonica - che oggi si presenta agli occhi delle nuove generazioni come ingiusto ed escludente".