Entra in vigore domani la cedolare secca. A 15 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale diventa, infatti, operativa la norma del decreto legislativo sul federalismo municipale che introduce l'imposta sostitutiva sui redditi da locazione. La cedolare secca riguarderà gli immobili affittati a uso abitativo e sostituirà l'attuale tassazione Irpef e l'imposta di registro, con un prelievo fisso del 21% per i canoni liberi e del 19% per quelli concordati. Le modalità di attuazione saranno definite da un provvedimento che l'Agenzia delle Entrate dovrebbe emanare entro 90 giorni dall'entrata in vigore del decreto attuativo.

Ma, al di là degli adempimenti, “il provvedimento si conferma a favore esclusivamente dei proprietari più ricchi, con una perdita immediata di gettito che supera 1 miliardo di euro, e di sicuro non produrrà una diminuzione dei canoni tale da calmierare un mercato oggi insostenibile per un numero sempre crescente di famiglie”, denuncia in una nota la Cgil. Una norma che per il sindacato “a fronte di un crescente disagio abitativo, della difficoltà per le famiglie a sostenere le spese per l’abitazione e di drammatiche situazioni di emergenza, non ha contropartite in termini sociali e non affronta il vero problema legato alla necessità di nuovi interventi nelle politiche abitative del nostro paese”.

Il sindacato ricorda infatti come “negli ultimi 5 anni sono stati emessi 250mila provvedimenti di sfratto, circa 200mila per morosità, 125mila sono state le esecuzioni di provvedimenti emessi anche in periodi precedenti, 100mila per morosità: si stima che circa 150mila provvedimenti già emessi potrebbero essere eseguiti nel prossimo periodo, ai quali potrebbero aggiungersi altri 150mila che, seguendo il trend dell'ultimo periodo, saranno emessi nel prossimo triennio”. Peraltro, rincara il sindacato di Corso d’Italia, “dopo aver assistito al taglio pesantissimo del Fondo di sostegno all’affitto (dai 143 milioni per l’anno 2010 si passerà a 33 milioni di euro per ciascuno dei prossimi due anni, alla cifra simbolica di 14 milioni di euro nel 2013), strumento indispensabile, seppure di entità troppo esigua, per le fasce più deboli della popolazione”, si assiste ora ad un “‘regalo’ ai proprietari più facoltosi con una perdita immediata di gettito che supera 1 miliardo di euro”.

Rimane quindi forte la critica all’imposta sostitutiva sulle locazioni che viene definita “sbagliata e iniqua”. A trarre vantaggio dal nuovo regime “saranno soprattutto i proprietari di immobili con redditi più alti, con l'effetto che il venir meno dei vantaggi fiscali fa cadere l'unico incentivo per i proprietari a scegliere la strada del canone concordato. La conseguenza sarà un'inevitabile innalzamento del livello già insostenibile dei canoni vista la maggior convenienza fiscale nell'optare per il canale libero”. Il dato sociale, conclude la Cgil, “è inequivocabile: il provvedimento colpisce le fasce di reddito medio basse sia dei proprietari che degli inquilini colpendo, di conseguenza, lavoratori e pensionati”.