"Pensavamo che i rapporti sindacali nel Gruppo Marcegaglia si basassero sul rispetto reciproco dei ruoli e delle responsabilità di rappresentanza come è sempre avvenuto in tantissimi anni di relazioni industriali. Purtroppo registriamo che non è più così: si sceglie una politica di basso profilo e irrispettosa che cerca di dividere il sindacato, nonché i lavoratori". A dirlo in una nota è la Fiom Cgil della Lombardia. "Viste le difficoltà riscontrate nella difesa della propria posizione durante la trattativa per il rinnovo del contratto aziendale di gruppo - afferma il sindacato - l’azienda ha deciso di spostare unilateralmente la contrattazione a livello aziendale".

Prosegue la nota: "Riteniamo offensivo questo tipo di relazioni perché, all’interno del gruppo, esistono percorsi e piattaforme concordati che tutti dovrebbero rispettare. Pensiamo che non si debbano ricercare scorciatoie, soprattutto se queste mettono in competizione i nuovi assunti e/o apprendisti con lavoratori già in forza all’azienda". In particolare, la Fiom ritiene "molto grave" quanto avvenuto ieri, 8 marzo, nello stabilimento di Lomagna, "all’insaputa di tutti i sindacati: questo comportamento rischia di minare per il futuro i rapporti e la dialettica sindacale all’interno e all’esterno dell’azienda stessa. Sottoscrivere un accordo in azienda e con una sola parte della Rsu (Fim Cisl di Lecco) che prevede un salario di ingresso per i nuovi assunti, ci riporta indietro parecchio tempo. Pensare che sia giusto far aspettare fino a settantotto mesi un lavoratore di nuova assunzione prima di riconoscergli i premi aziendali è assurdo e non convince nessuno".

La Rsu della Fiom, invece, non ha sottoscritto l’accordo: "Riteniamo che strumentalizzare una trattativa cercando di scambiare nuove assunzioni con salari più bassi sia, in ambito sindacale, una pressione inaccettabile. Condividere e sottoscrivere accordi nella quale si riducono gli stipendi ai lavoratori non dovrebbe essere pratica sindacale. È miope percorrere la strada degli accordi sindacali separati, per evitare di discutere e confrontarsi come si è sempre fatto e per riconoscere un dovuto e serio rinnovo di secondo livello. Questo comportamento ci obbliga a mettere in campo tutte le azioni necessarie per difendere i salari delle persone che lavorano o che lavoreranno domani".

Soprattutto, conclude la nota, "crediamo non sia accettabile questo atteggiamento in un contesto dove la crisi non c’è e i bilanci aziendali rispondono positivamente. Dal momento che l’accordo è stato sottoscritto solo dalla Rsu della Fim Cisl ma non dall’organizzazione sindacale Fim Cisl, invitiamo la stessa ad intervenire per riportare la situazione alla normalità e dentro le regole precedentemente definite unitariamente a livello di coordinamento nazionale sindacale di gruppo, chiedendo il ritiro della firma ai propri delegati. Nel caso non si riuscisse a governare questi tipi di episodi, si rischierà di dare spazio solo a chi ha interesse a dividere il sindacato con la conseguenza certa di un inasprimento nell’attività unitaria anche nel nostro territorio. Crediamo che, qualora questo avvenisse, non si potrà addebitare la responsabilità alla Fiom".