"Le critiche mosse dalle Regioni al governo e al ministro Brunetta sull'applicazione della riforma della pubblica amministrazione e attuazione del sistema di valutazione e premialità, sono condivisibili perché evidenziano la contraddittorietà e la strumentalità dei provvedimenti assunti": con queste parole Daniele Giordano, segretario nazionale dell'Fp Cgil, commenta la richiesta di chiarimento avanzata ieri (10 febbraio) dalla Conferenza delle Regioni al governo.

"La riforma e le scelte del governo in merito al lavoro pubblico, che abbiamo contrastato per il loro intento punitivo e perché prive di strumenti di modernizzazione – afferma il responsabile degli enti locali della sigla di categoria - hanno prodotto l'arresto della contrattazione integrativa e nazionale e bloccato i salari. Della decantata meritocrazia non si vede l'ombra, in assenza dei fondi per finanziarla".

"Il ministro – continua Giordano – ha risposto alle critiche eludendo il merito e invitando il presidente della Conferenza, Vasco Errani, a sottoscrivere il nuovo modello contrattuale, sancito da un accordo siglato in una trattativa lampo dalla quale le Regioni e le autonomie locali sono state escluse. Nella sua furia ideologica, il ministro ha ascoltato solo chi lo assecondava, e oggi ci consegna una sistema che, a dispetto delle promesse, ha prodotto un impoverimento dei lavoratori senza migliorare l'efficienza e l'offerta di servizi, un sistema a due velocità privo di regole certe. In tal senso – aggiunge il segretario nazionale dell'Fp Cgil - auspichiamo che l'Anci intervenga in questo dibattito e si unisca alle critiche delle Regioni".

"Con l'accordo del 4 febbraio si è sancito un fallimento, si è impoverita ulteriormente la contrattazione riducendola a mera ratifica. I presidenti delle Regioni – conclude Giordano - hanno ricordato al governo che la contrattazione è partecipazione e ricerca del consenso, non certo l'imposizione di scelte contraddittorie e propagandistiche".