“Il nuovo tentativo di rilanciare il piano casa per garantire la ‘frustata’ all’economia, dopo il fallimento del primo, rinnova il rischio concreto di nuovi abusi sul territorio”. E’ quanto si legge in una nota del dipartimento Ambiente e territorio della Cgil nazionale in merito alle ipotesi allo studio del governo per il rilancio dell’economia e che dovrebbero essere varate domani, 9 febbraio, dal Consiglio dei ministri.

Il sindacato ricorda che il primo piano casa “per ampliare abitazioni, abbattere vecchi edifici, aumentare la cubatura e che avrebbe dovuto, secondo le stime, muovere 59 miliardi di investimenti, si è rivelato un fallimento”. L’ipotesi di rilanciarlo "del tutto incompatibile con la strategia dello sviluppo sostenibile che oggi si pone come indispensabile dopo gli ultimi decenni nei quali il nostro Paese ha conosciuto un ininterrotto periodo di espansione degli organismi urbani che ha quadruplicato lo stock abitativo delle città, secondo processi spesso spontanei non legati a logiche di pianificazione urbanistica”. Secondo la Cgil, "è necessario bloccare l’ipotesi allo studio per evitare il rischio di una nuova ondata di cementificazione selvaggia che dequalifica il territorio, distrugge il paesaggio, l’ambiente e la biodiversità”.