Oggi (28 giugno) la Santa Sede difende la "buona fama" del dicastero per l'evangelizzazione dei popoli, già Propaganda Fide, pur ammettendo che esso, nell'amministrazione del proprio patrimonio immobiliare, può "essere esposto ad errori di valutazione e alle fluttuazioni del mercato internazionale". Lo riferiscono fonti di agenzia. Propaganda Fide è finita nell'inchiesta sulla "cricca degli appalti", in relazione alla gestione avvenuta sotto la guida del cardinale Crescenzio Sepe, dal 2001 al 2006, attualmente indagato per corruzione dai magistrati di Perugia.