Chi vigila affinché nell’«universo stage» tutto si svolga secondo le regole? A chi si possono rivolgere gli stagisti sfruttati per chiedere aiuto? Quante ispezioni vengono realizzate in Italia per controllare che gli stage non siano utilizzati da imprese ed enti per disporre di personale senza doverlo pagare? La testata online Repubblica degli Stagisti (www.repubblicadeglistagisti.it) pubblica oggi un'inchiesta sulle direzioni provinciali del lavoro italiane che scatta la fotografia della situazione, raccoglie le voci degli stagisti e degli ispettori, i casi finiti in Tribunale e le storie di stage in nero, e lancia una proposta al ministro del Lavoro.

Solo il 10 per cento delle direzioni ritiene lo stage un fenomeno degno di attenzione particolare: malgrado il numero degli stagisti aumenti di anno in anno (nel 2008 erano 400mila), nove su dieci non effettuano controlli ad hoc. Gli ispettori si muovono poco anche perché non ricevono segnalazioni: quasi la metà delle direzioni provinciali del lavoro non ha mai ricevuto denunce di stagisti scontenti. I giovani hanno paura a venire allo scoperto, perché sperano di venire assunti al termine dello stage. Un grande errore secondo Eleonora Voltolina, direttore della Repubblica degli Stagisti e autrice dell’inchiesta: “Lo stage esiste per essere utile e formativo ai ragazzi prima di tutto. Se mancano questi elementi non bisogna aver paura di tirar fuori la voce”.

Il 33 per cento dichiara, talvolta molto genericamente, di non avere mai verificato irregolarità, e una su dieci ammette apertamente di non aver mai effettuato controlli sui tirocini formativi. Tra le direzioni che hanno dichiarato di essere attive sul fronte degli stage, il 36 per cento ha riscontrato casi in cui lo stage camuffava lavoro dipendente, procedendo al “disconoscimento” e invitando l’impresa ad assumere lo stagista. La direzione provinciale del lavoro di Milano appare una delle più attive su questo fronte: “Visto che il fenomeno dello stage è in costante crescita, nel 2009 abbiamo avviato un progetto sperimentale per controllare in maniera sistematica gli stage”, dice il direttore Paolo Weber: “Agli stagisti che ritengono di venire sfruttati dico: venite da noi mentre state ancora facendo il tirocinio. Perché per gli ispettori è molto più difficile dimostrare l’inappropriatezza dello stage, se questo è già concluso”.

L'inchiesta si conclude con una proposta della Repubblica degli Stagisti al ministro del Lavoro Maurizio Sacconi: emettere un provvedimento per invitare gli ispettori delle direzioni provinciali del lavoro a prestare più attenzione agli stage, e prevedere come sanzione per le violazioni medie e gravi l’obbligo per il datore di lavoro di assumere il giovane con un contratto di apprendistato.