“Quello proposto dal governo non è un patto ma un diktat”. Così Morena Piccinini, segretaria confederale della Cgil, giudica la proposta di ‘Patto per la Salute’ per il prossimo biennio, presentata dal governo alle Regioni e che sarà al centro dell’incontro in programma domani a Palazzo Chigi.

“Quel diktat - ha detto la dirigente sindacale intervenendo alla tavola rotonda promossa dal comitato ‘Sos Sanità’ - non è attribuibile al Ministero del Welfare perché non c’è, in quella proposta, un’idea di ‘salute’ ma è solamente un’operazione ragionieristica finalizzata a ridurre il finanziamento per il servizio sanitario”. Il tema della sanità, ha ribadito Piccinini, “è stato ‘requisito’ dalla Ragioneria generale dello Stato: siamo sempre stati attenti alla spesa pubblica in relazione alla ricchezza prodotta ma possiamo accettare che vengano introdotti rigidi vincoli al finanziamento al servizio sanitario in relazione al Pil? Il rapporto tra finanziamento del sistema di welfare e Pil deve essere sì esplicito ma non ‘prigioniero’ di percentuali rigide”.

Questo “rigido vincolo” è per Piccinini “una scelta miope che non permette al decisore politico di agire scegliendo le cosiddette utilità marginali nell’allocazione della spesa di welfare e che denota il fatto che l’unico obiettivo di questa operazione è la riduzione secca dal prossimo anno del finanziamento sanitario”. Per questo la segretaria confederale si augura che “regioni e governo possano raggiungere un’intesa sul patto per la salute, in termini di maggiore risorse, ma c’è bisogno di istituire rapporti corretti tra Stato e regioni e - conclude - tra questi soggetti e le organizzazioni che rappresentano i cittadini e i lavoratori”.