La Cgil, tramite il suo patronato (l’Inca) ha fatto ricorso al Tar del Lazio per ottenere l'annullamento parziale del decreto flussi 2008.

Nel decreto approvato dal governo il 4 dicembre, a differenza dello scorso anno, saranno prese in considerazione solo 150 mila domande (e non 170 mila). Sono previsti ingressi solo per badanti e per i paesi che hanno stretto accordi bilaterali. Una novità è introdotta con la distinzione tra i datori di lavoro italiani e quelli stranieri non comunitari. Per i primi non c’è da svolgere alcuna pratica aggiuntiva. Per i secondi, invece, è previsto l’obbligo della conferma della domanda già presentata (in caso contrario l’istanza viene esclusa).

Una serie di misure criticate dal sindacato. Secondo l’Inca e gli avvocati incaricati dell'impugnazione, il decreto flussi ha rimodellato i requisiti soggettivi dei datori di lavoro. In particolare per il punto che esclude dalla partecipazione alla distribuzione delle nuove quote i datori di lavoro extracomunitari che non siano titolari di una carta di soggiorno. Una misura che, insieme all’obbligo di conferma per i datori di lavoro stranieri, fa dire all’Inca che tutto cio' e' in contrasto con il Testo Unico sull'immigrazione, che prevede che possano presentare domanda i datori di lavoro stranieri 'regolarmente soggiornanti' senza ulteriori requisiti di lungo periodo.

'Noi - ha detto la segretaria confederale della Cgil Morena Piccinini - vogliamo tutelare i lavoratori e i datori di lavoro stranieri, e spiace che a occuparsi dei datori di lavoro non intervengano le associazioni degli imprenditori e lo debba fare un sindacato'.

La prima udienza e' fissata per il 14 gennaio 2009.