E’ stata raggiunta venerdì sera tra l’intesa per la riforma del modello contrattuale nel settore artigiano, la Cgil non ha ancora firmato. L’accordo, siglato da Confartigianato, Cna, Casa, Claii, Cisl e Uil, prevede due livelli di contrattazione, nazionale e regionale, la durata triennale, un nuovo indicatore previsionale dell'inflazione che supera il dato programmato, il recupero degli eventuali scostamenti entro la vigenza contrattuale, la decontribuzione e detassazione del secondo livello per redistribuire la produttività. I contratti nazionali vengono accorpati per aree omogenee e passano da 17 a 9. Il segretario confederale della Cgil, Susanna Camusso, ha spiegato così la posizione di Corso Italia: “La trattativa si è conclusa con un’ipotesi che rappresenta avanzamenti positivi e condivisi. Le caratteristiche del settore artigiano richiedono però un percorso democratico di valutazione. Per questo motivo la decisione finale sarà presa dal prossimo comitato direttivo, che effettuerà una valutazione compiuta su tutti gli aspetti  e deciderà se sciogliere la riserva”.