“È stato un grande incontro. Io sempre comunista, lui socialista. Discussioni su discussioni. E una vicinanza che via via cresceva, scalzando le distanze nella catastrofe del Novecento. E stato così sin da quando ci siamo conosciuti, negli anni cinquanta, quando la guerra è finita, inizia la ricostruzione, si definisce il nuovo orizzonte politico. Vittorio è stato decisivo nella storia italiana, e anche nella mia formazione. È stato cruciale, mi ha aiutato, ispirato, sospinto alla battaglia antifascista”. A dirlo è Pietro Ingrao, in una conversazione con la Stampa, ricordando Vittorio Foa: “Adesso che Vittorio non c’è più, penso che la differenza essenziale fra noi fosse che io ero proprio del Sud. E lui invece era Torino, il Piemonte. Ci siamo trovati in maniera davvero forte solo quando, per i casi della vita, Foa è venuto a vivere a Formia, dalle parti dove sono nato io”.

Per Ingrao, Vittorio Foa “era netto nei giudizi, severo, ma sempre gentile ed elegante. Io elegante non sono stato mai. Noi comunisti eravamo tutti Lenin e rivoluzione, allora. Lui, Lenin neanche a parlarne. Tutta un’altra storia”. Riguardo i rapporti con il sindacato, “Vittorio è stato molto importante anche per Bruno Trentin. Però, proprio sulla lotta per l’emancipazione dei lavoratori Foa ha incontrato la parte comunista. E c’è stata una reciproca contaminazione. Vittorio si è molto spostato a sinistra, dopo quell’esperienza. Abbiamo condotto insieme lunghissime battaglie. Mi mancherà”.

È morto Vittorio Foa