Bentrovati allascolto del notiziario di RadioArticolo1. In studio Davide Colella. Lavoro da morire. Cinque morti e due feriti gravi: è il bilancio dell'esplosione alla Costa, fabbrica di fuochi d'artificio di Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina. Il servizio di Stefano Milani. Il caso, l'incuria, un mancato passaggio di informazioni o un errore umano. Sono le ipotesi al vaglio degli inquirenti per stabilire le responsabilità dell'esplosione che ha falciato cinque vite a Barcellona di Sicilia. Con certezza, prima dell'esplosione, un gruppo di lavoratori stava operando con saldatrici, flex e smerigliatrici per installare delle porte di ferro che rendessero più sicuro il deposito. Scintille nella casamatta di una fabbrica di fuochi d'artificio, una possibilità che il buon senso dovrebbe in ogni caso escludere, ma che quasi con certezza è alla base della tragedia. Morti i quattro impiegati della ditta esterna impegnati nei lavori di manutenzione e la moglie del proprietario dellazienda di fuochi dartificio. I feriti, invece, sarebbero due, tra cui il figlio del proprietario, ricoverato in gravi condizioni in ospedale a Milazzo. Volo in stallo. Nel giorno della scadenza dell'offerta vincolante, resta incompleto il puzzle Alitalia: Lufthansa non intende aprire il portafogli e Atlantia si sfila. Per i commissari non ci sono ancora le condizioni necessarie per avviare il consorzio. Alta la preoccupazione dei lavoratori. Il rischio liquidazione resta altissimo, annunciato lo sciopero del trasporto aereo per il 13 dicembre prossimo. Campanella stonata. Terza giornata di mobilitazione delle federazioni dei servizi di Cgil, Cisl e Uil per denunciare il rischio di licenziamento di oltre cinquemila lavoratori socialmente utili impegnati nel servizio di pulizia e decoro scolastico. Dal primo gennaio, prevista l'internalizzazione di migliaia di operatori degli appalti storici ma le esclusioni rischiano di generare un'emergenza sociale. Manifestazioni da Nord a Sud del Paese. Qua la mano. C'è l'intesa tra sindacati e Banca Carige per ridurre i licenziamenti annunciati nel piano industriale 2019/2023. Dopo la trattativa, gli esuberi saranno 680 e non 1200, come inizialmente previsto, tutti gestiti con pensionamenti e prepensionamenti volontari. La fabbrica che non volle chiudere. Sugli scaffali per Edizioni Clichy, il racconto della battaglia ancora in corso dei lavoratori dello stabilimento di Figline Valdarno contro la chiusura decisa dalla multinazionale Bekaert. Il volume è a cura di Domenico Guarino e Daniele Calosi, segretario generale della Fiom Firenze. Questultimo ai nostri microfoni. (sonoro) Battaglia per i diritti. In Iraq prosegue la mobilitazione di studenti, sindacalisti, professori universitari e cittadini comuni che da settimane occupano piazza Tahrir, trasformata in un vasto accampamento pacifico di persone che chiedono maggiori diritti socioeconomici, trasparenza e superamento del confessionalismo politico. I manifestanti hanno alzato barricate improvvisate sui ponti che collegano Baghdad al quartiere che ospita ministeri e ambasciate. È tutto. Per riascoltarci e saperne di più RadioArticolo1.it