Lanalisi resa nota ieri dalla Fondazione Giuseppe Di Vittorio è stata rilanciata sul sito di Rassegna Sindacale. Larea del disagio occupazionale, quella formata dai lavoratori temporanei non volontari e dai part-time involontari, ha ormai raggiunto livelli record. Nel primo semestre 2018 i lavoratori in difficoltà sono addirittura 4 milioni 883 mila persone, pari al 21,7% del totale degli occupati e al 25,1% dei lavoratori dipendenti. È questo il quadro ben poco rassicurante che emerge dal rapporto Disuguaglianze e disagio nel lavoro elaborato dalla Fondazione Di Vittorio, in base ai dati della rilevazione continua delle forze di lavoro dellIstat. Nella ricerca  della FdV si evidenzia come il part-time involontario ha coinvolto, nel primo semestre 2018, 2 milioni 772 mila persone (+1 milione 611 mila rispetto al primo semestre 2007, pari a +138,8%), quasi due terzi (63,9%) del totale dei lavoratori a tempo parziale. Nella prima metà dellanno, i lavoratori temporanei non volontari sono quindi 3 milioni e 61 mila, il numero più alto mai registrato dalle statistiche Istat. Il peso sulloccupazione totale è poi passato dal 10,3% del primo semestre 2007 al 13,2% del primo semestre 2018. Se si considera solo il lavoro dipendente, il peso dei dipendenti temporanei involontari sul totale dei dipendenti è pari a 16,1%, facendo registrare nel corso degli ultimi due anni un vero e proprio boom, con un incremento complessivo stimato in +553 mila persone (+22%). Secondo Fulvio Fammoni, presidente della Fondazione Di Vittorio i dati della ricerca dimostrano che le disuguaglianze crescono, accelera il processo di precarizzazione e peggiora la qualità del lavoro. Dare  risposte a questa ampia fascia di lavoratori prosegue non solo darebbe a persone che vivono un presente difficile la prospettiva di un futuro migliore, ma diverrebbe volano essenziale per far aumentare i consumi, qualificare la produzione e quindi accelerare lo sviluppo. Per la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti, invece, nonostante la lieve inversione di tendenza negli indici di disoccupazione, la fotografia del mercato del lavoro nel nostro Paese resta drammatica, specie in rapporto agli altri paesi europei, sia per lampiezza dellarea del disagio, sia per i divari territoriali identificati. Anche per queste ragioni sottolinea preoccupa lassenza, nella legge di Bilancio, di scelte forti e nette a favore del lavoro, dello sviluppo e degli investimenti pubblici e privati.  Senza un piano straordinario per loccupazione che possa offrire nuove prospettive di occupazione continuerà lemigrazione dei giovani verso lestero. Anche le scelte in campo fiscale, che premiano gli evasori e non redistribuiscono ricchezza ai lavoratori dipendenti e ai pensionati conclude Scacchetti non sono utili a sostenere il lavoro di qualità, a tempo indeterminato.