Nel settore del terziario, i fondi di sanità integrativa di categoria (Fondo est, Cadiprof, Fast, Aster, Coopersalute, Cassa Quas, Fontur, Fasiv, Cassa portieri, Cassacolf, Asim) sono fondi bilaterali costituiti a seguito di accordi sindacali fra rappresentanti dei lavoratori e associazioni datoriali. Lo scopo è quello di offrire ai dipendenti, ma in alcuni casi anche a titolari, soci lavoranti e collaboratori, prestazioni sanitarie aggiuntive rispetto a quelle già previste dal sistema sanitario nazionale. Le prestazioni integrative hanno assunto negli ultimi dieci anni, parallelamente all'Ssn, una dimensione e un'importanza a cui i lavoratori difficilmente possono rinunciare. Grandi operazioni, diagnostica, visite specialistiche, interventi ortodontici e odontoiatrici, fisioterapia, non autosufficienza, rappresentano un sostegno alle spese sanitarie che vede nella strutturazione di fondi nazionali ed enti bilaterali un importante esempio di bilateralità come sostegno al fabbisogno familiare.

Nell'ultimo periodo, la pandemia ha riportato al centro l'importanza della salute, incrementando la propensione dei consumatori a investire in altri rami, come il 'Vita' o sulle polizze di puro rischio. Il bisogno sanitario è salito nelle priorità delle famiglie italiane, non solo per i timori di contagio, ma anche per le fragilità mostrate dall'Ssn, conseguenti a tale evento straordinario, che hanno comportato un significativo e generalizzato allungamento dei tempi di attesa per la fruizione di prestazioni non collegate al Covid. 

In tale contesto, le scelte assicurative delle famiglie si orientano in modo crescente verso il comparto salute, anche per poter più agevolmente utilizzare le prestazioni della sanità privata, che in Italia ammonta a 40 miliardi annui, di cui solo il 10% è intermediato da forme di sanità integrativa, mentre 36 miliardi vengono sborsati di tasca propria dai cittadini. Le coperture integrative oggi sono un vantaggio per i lavoratori, che possono contare sulla mutualità tipica delle coperture 'collettive', che rappresentano il 70% dei premi raccolti dal ramo malattia.

Nel complesso, il mercato della sanità integrativa, secondo gli ultimi dati, conta 13,2 milioni di beneficiari, con un ruolo preponderante dei fondi sanitari integrativi, che ne coinvolgono il 45%. Seguono le polizze collettive (con il 37%) e le polizze individuali (con il 18%). E anche negli accordi collettivi e nel welfare le coperture assicurative sono sempre più richieste. Per affrontare la pandemia, 6.000 Pmi hanno attuato iniziative di welfare aziendale in ambito sanitario: dai servizi diagnostici per il Covid (43,8%), ai servizi medici di consulto anche a distanza (21,3%), a nuove assicurazioni sanitarie (25,7%).

A seguito della diffusione del virus, si osserva una consapevolezza diffusa circa le opportunità offerte dalle tecnologie, che continuano ad evolvere in parallelo al loro utilizzo. Inoltre, anche il vaccino è entrato in polizza. Alcune compagnie hanno sviluppato coperture a protezione di assicurati e medici che somministrano le dosi anti Covid-19. C'è chi ha lanciato una nuova polizza, che offre una diaria in caso di reazione avversa al vaccino, con ricovero o meno presso un istituto di cura e una diaria/ indennità per ricovero da contagio del Covid-19 per i già vaccinati. C'è anche chi ha offerto gratuitamente a tutti i propri clienti una polizza a tutela delle complicazioni che potrebbero insorgere entro trenta giorni dalla somministrazione del vaccino.

L’emergenza pandemica non è ancora terminata. Per questo, i fondi di assistenza sanitaria integrativa dei settori del terziario, commercio e servizi hanno deciso di prorogare al 31 dicembre prossimo i termini per la richiesta di rimborsi per prestazioni straordinarie, legate proprio al contagio da Covid-19, a garanzia e sostegno di lavoratrici e lavoratori iscritti. Ai lavoratori iscritti ai fondi sanitari Est, Fast, Aster, Fasiv, Quas, Asim, Cassa Colf, Fontur e Cadiprof che sono risultati positivi al virus Covid-19, con certificazione rilasciata dalle Autorità competenti su conferma del ministero della Salute e/o dell’Istituto superiore di sanità, si prevede che in caso di ricovero presso strutture pubbliche individuate per il trattamento del virus dal ministero, l’assicurato avrà diritto, previa presentazione di cartella clinica, a un’indennità di 40 euro (78 euro per gli iscritti Quas) per ogni notte di ricovero per un periodo non superiore a 50 giorni all’anno.

Qualora, secondo le prescrizioni dei sanitari e con attuazione delle disposizioni in esso contenute, si renda necessario un periodo di isolamento domiciliare, a seguito di positività al virus, l’assicurato avrà diritto a un’indennità di 40 euro al giorno per ogni giorno di permanenza presso il proprio domicilio per un periodo non superiore a quattordici giorni all’anno. La diaria giornaliera per isolamento domiciliare verrà corrisposta anche qualora l’assicurato non abbia preventivamente subito un ricovero. Il fondo per i quadri del terziario Quas ha prorogato i termini anche per i rimborsi per l’effettuazione di:

  • Tamponi antigenici/molecolari. Rimborso in forma indiretta dei tamponi antigenici/molecolari, effettuati fino al 31/12/2021 esclusivamente presso strutture sanitarie (centri diagnostici/case di cura/strutture ospedaliere) con i seguenti requisiti e modalità:– richiesta di prescrizione medica per sospetto Covid-19, connesso a sintomatologia sospetta o ad avvenuto contatto diretto con soggetto infetto;– rimborso pari al 50% del costo, erogabile per un numero massimo di 3 tamponi effettuati nel periodo di riferimento, per ciascun iscritto.
  • Telemedicina. Rimborso in forma indiretta delle seguenti prestazioni svolte in modalità di telemedicina fino al 31 dicembre 2021:– Visita medico specialistica: tariffa massima rimborsabile € 40,00– Seduta di psicoterapia: tariffa massima rimborsabile € 20,00

Nei siti dei rispettivi fondi si trovano le specifiche per scaricare la modulistica e le indicazioni per ottenere il rimborso.

“In una situazione di emergenza ed enorme difficoltà come quella che stiamo vivendo – spiega Michele Carpinetti, responsabile della bilateralità di Filcams Cgil nazionale – abbiamo valorizzato il ruolo dei nostri fondi sanitari contrattuali ed enti bilaterali, erogando prestazioni e servizi per gli iscritti. Siamo un presidio che nel corso degli anni è cresciuto, e oggi possiamo affermare che tutti i nostri enti e fondi sono una realtà molto importante per i lavoratori sia nella cura che nella prevenzione”.

Anche l’ente bilaterale Onbsi (lavoratrici e lavoratori del settore Multiservizi) ha esteso il proprio impegno a sostegno degli iscritti portando il limite di reddito da Isee a 30mila euro per l’accesso al bando “Indennità emergenziale conciliativa Covid-19”, che prevede un contributo solidale straordinario per un massimo di 200 euro per iscritto e fino a esaurimento del budget stanziato. Possono accedere al bando tutti coloro che sono regolarmente iscritti ad ONBSI e hanno maturato un’anzianità contributiva di almeno 12 mesi.

Nel sito di Onbsi il testo del bando e le modalità per accedervi.