Appuntamento alle 16:30 a Palazzo Chigi dove sindacati e governo si ritrovano per parlare di pensioni. Cgil, Cisl e Uil non mollano la presa e chiedono al governo risposte precise. L'obiettivo è scongiurare il ritorno fin da subito alle rigide regole della Legge Fornero. Oggi sul tavolo il governo potrebbe mettere un'uscita dal lavoro a 62 anni per tutti ma con il sistema contributivo, senza quote, con una maggiore flessibilità. Con alla base l'idea che i pensionamenti non devono gravare troppo sul bilancio dello Stato. Ipotesi che non soddisfa le tre sigle sindacali che chiedono garanzie e certezza nei tempi.

In un'intervista al quotidiano il manifesto, il segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli ribadisce che al premier Draghi "proporremo uno schema unico, quello di intervenire subito in legge di Bilancio per le questioni più urgenti e contestualmente - non in due tempi - per lavorare a un progetto organico di riforma della previdenza che superi la Fornero". Troppo pochi i 611 milioni di euro che il governo ha destinato al comparto previdenza: un po' pochini.

Il sindacato chiede poi correzioni anche alle norme sull’Ape sociale: deve essere estesa anche a tutti i disoccupati di lunga durata o a chi è in cassa integrazione senza prospettive di rientro. Per Cgil, Cisl, Uil sul tema delle attività gravose è stato fatto un buon lavoro da parte della Commissione. Essere passati da 57 a 221 mansioni considerate gravose è un fatto significativo. “Noi ribadiamo inoltre la necessità di ridurre a 30 gli anni di contributi necessari per accedere all’Ape sociale come lavoratori gravosi, ad iniziare dall’edilizia”, spiega ancora Ghiselli.