Il Coronavirus sta facendo una vera e propria strage tra gli anziani, qualcuno l’ha chiamata addirittura una mattanza, non solo negli ospedali, ma anche e forse soprattutto nelle strutture sanitarie assistite. I modelli di organizzazione e le situazioni sociali e sanitarie sono diverse, ma i numeri sono preoccupanti ovunque. E questo vale anche per altre grandi aree del mondo. Facciamo solo qualche esempio europeo. In testa alle tragiche classifiche ci sono l’Italia e la Spagna. I dati ufficiali dicono che già all’inizio del mese di aprile le morti confermate per covid-19 avvenute nelle strutture residenziali e sociosanitarie in Italia sono state 9509, il 53 percento dei decessi totali. Una tendenza simile è stata registrata in Spagna, dove fino all’8 aprile 2020 si contavano 9756 decessi legati alla pandemia nelle case di riposo, il 57 per cento del totale. Sono le percentuali più alte, insieme a quella irlandese (il 54 percento).

In Spagna
Il conto, ancora provvisorio, è molto alto: 13.862 anziani sono morti nelle residenze geriatriche, anche se i vari calcoli sono stati contradditori e spesso smentiti. La tendenza però è chiara: la Catalogna ha quasi raddoppiato il suo bilancio dopo aver integrato i dati ufficiali generati dagli ospedali con quelli forniti dalle imprese di pompe funebri, includendo quindi vittime non certificate del Covid-19, ma solamente sospette. Un elemento che accumuna quello che è successo in Spagna a quello che sta succedendo qui da noi riguarda l’insufficienza e spesso la mancanza assoluta di interventi sanitari all’altezza dell’allarme sulla diffusione del virus. In molti centri per anziani non sono mai stati fatti tamponi o test, tantomeno sono stati condotti accertamenti a domicilio su quanti sono spirati nel loro letto. Lo hanno denunciato  medici, periti e funzionari pubblici. Le Rsa sono considerate il «ground zero» dell’attacco del virus e l’epicentro è localizzato nelle comunità autonome di Madrid, Castiglia e Léon, Valencia, Asturie e la stessa Catalogna. Le amministrazioni locali hanno dovuto commissariare 200 strutture dove il picco della mortalità era macroscopicamente più elevato. Gravi le situazione di Madrid e Barcellona dove il coronavirus si è diffuso in almeno 600 del migliaio di residenze per anziani distribuite nella regione. A rischio dunque 35 mila ospiti su 60 mila. Centinaia di loro sono stati rimandati a casa, dalle loro famiglie, altri sono stati trasferiti in centri più sicuri, ma nella stragrande maggioranza dei casi mancano spazi sufficienti per isolare i positivi, o comunque i sintomatici, dai sani.

In Francia
Gli Ehpad (Istituti d’accoglienza per anziani non autonomi) rappresentano quasi il 40% della mortalità da Covid-19 in Francia, dove ci sono stati circa 18 mila morti, dei quali 6.524 nei 5.300 istituti per anziani. Medici e operatori sanitari hanno denunciato gravi mancanze ed errori: prima niente, poi poche mascherine per medici e infermieri e incapacità di fare i test e quindi di isolare i pazienti già contagiati, con in più talvolta la riluttanza dei dirigenti degli Ehpad a comunicare le cifre e l’entità del disastro. La situazione è più grave si è registrata nella regione Grand Est (quella di Strasburgo e Mulhouse) e nell’Ile de France (Parigi), ma casi drammatici si sono verificati anche nelle zone meno colpite. Per esempio nell’Ehpad di Mougins, vicino a Cannes, sono morti 31 residenti, uno su quattro, e alcuni famigliari hanno presentato denuncia contro ignoti per "omicidio involontario e mancata assistenza a persona in pericolo".

In Germania
L’età media dei morti da coronavirus si è attestata sugli 82 anni. Così anche in Germania le case di cura e di riposo per anziani sono diventate uno dei più problematici hotspot della pandemia. Circa 800 mila persone, il 70% delle quali con problemi di demenza, vivono nelle oltre 14 mila strutture di questo tipo esistenti in Germania. Con loro, ad altissimo rischio sono anche i quasi 15 mila tra medici e paramedici che vi lavorano. Sono circa 40 mila, su un totale di oltre 140 mila, i contagiati da Covid-19 di età superiore a 60 anni nei sedici Laender federali. Una percentuale relativamente bassa rispetto al resto d’Europa, in particolare all’Italia e una delle ragioni per cui il tasso di letalità in Germania rimane contenuto, poco sopra il 2%. Il caso più clamoroso, di cui in Italia ha dato notizia anche il Corriere della Sera, è stato quello di una casa di riposo per malati di demenza senile di Wolfsburg, la Hans-Lilje-Heims gestita dalla Diaconia evangelica, dove sono morte finora 33 persone e si registrano 165 contagiati. Alla fine di marzo i contagi della clinica rappresentavano la metà di tutti quelli in città, che conta 125 mila abitanti. La vicenda è diventata un caso per la procura di Braunschweig, dopo che un avvocato ha presentato denuncia contro la Diaconia per omicidio colposo. L’accusa è di aver trascurato le misure igieniche, fra le quali l’uso delle mascherine. La clinica nel frattempo non accetta più pazienti. Casi simili si sono verificati in una clinica di Wurzburg, dove sono morte 13 persone, nel distretto di Oldenburg in Bassa Sassonia, in Baden-Wuerttenberg e in Schleswig-Holstein.

In Gran Bretagna
I malati degli ospizi sono stati molto spesso rifiutati dagli ospedali. I decessi attribuiti al coronavirus sono ormai quasi 16 mila in Gran Bretagna. Ma ormai gli esperti e i media parlano di un conteggio al ribasso: perché vengono considerati solo i morti in ospedale. La vera “strage silenziosa” è invece quella che avviene nelle case di riposo per anziani. Si è parlato di 4 mila vittime del virus nelle "care homes". In queste strutture non esiste una rete di supporto familiare né si fa di solito ricorso a badanti. E’ molto diffusa la tendenza in Gran Bretagna a mandare gli anziani negli ospizi, che sono diffusi in maniera capillare sul territorio. Questa organizzazione ha favorito la diffusione del virus anche perché le autorità sanitarie hanno stabilito linee di condotta molto rigide: ricoverare gli anziani malati in ospedale solo se "appropriato", mentre sono da preferire le cure palliative nelle stesse case di riposo, e si avverte che le ambulanze potrebbero rifiutarsi di trasportare gli anziani in quanto non prioritari. Nonostante la capacità reale di accoglienza degli ospedali inglesi, le case di riposo sono state avvertite esplicitamente che nessuno dei loro ospiti, anche se malato, sarebbe stato ammesso in un ospedale. Sono emersi dei casi spaventosi: come quello della Philia Care Home di Peterborough, dove su 18 residenti sei sono morti e altri 8 sono stati contagiati. Con i familiari degli anziani che hanno accusato i dirigenti di comportamento criminale. Storia simile alla Nursing Home di Bradwell Hall, dove sono deceduti già 24 residenti su 140.