Assistenti sociali pochi e maldistribuiti. A Napoli il welfare pubblico è in una situazione di grave carenza d'organico e per questo la Fp Cgil locale ha indetto uno sciopero degli assistenti che si tiene oggi, martedì 27 agosto. “Vogliamo lanciare un segnale chiaro – spiega il sindacato – sull’urgenza di risollevare la drammatica situazione in cui versano i servizi sociali: pochi e prossimi al pensionamento, con carichi di lavoro al di fuori delle loro possibilità, non valorizzati e maldistribuiti nel territorio, a scapito di lavoratori e cittadini che usufruiscono dei servizi”. Lo sciopero avrà la durata di due ore (dalle 10 alle 12) con un presidio di delegati sindacali e assistenti sociali alle 10.30 in piazza Dante.

Quanti sono gli assistenti sociali?

La popolazione residente in città è attualmente composta da 972.973 persone, a fronte delle quali sono in servizio appena 126 operatori, ovvero un assistente sociale ogni 7.722 persone. Il rapporto previsto dovrebbe, al contrario, essere di 1 a 5 mila. A mancare all’appello sono 69 operatori, praticamente il 55% del personale in servizio.

La situazione dei quartieri

Ciò che emerge dalla distribuzione degli assistenti sociali in servizio sui territori è una forte penalizzazione delle periferie a vantaggio del centro città. Ma è proprio nelle periferie dove si registrano più casi di violenza, dispersione scolastica e allontanamento di minori. Ci sono realtà come quella di Secondigliano che prevedono la presenza di 2 assistenti sociali, laddove il fabbisogno è di 12 unità: ben 10 operatori in meno degli standard previsti. Stesso discorso vale per Scampia, dove ci sono attualmente 5 operatori in servizio, a fronte dei 13 previsti (8 in meno). Infine Piscinola dove ci sono 2 operatori a fronte di un’esigenza di 9 (7 in meno). Questi i casi più eclatanti di un territorio interamente problematico.

Le nuove assunzioni non bastano”

“Una situazione drammatica – osserva il sindacato – che sembra considerare come unica soluzione quella del gioco dei quattro cantoni: non assumere nuovi assistenti sociali, ma redistribuire sul territorio quelli già in servizio, trasferendoli da un quartiere all’altro. Ma una realtà già in grave carenza di organico – destinato a dimezzarsi a causa dei prossimi pensionamenti – non può risollevare la situazione esclusivamente redistribuendo gli operatori sul territorio. Né possono essere sufficienti le 40 assunzioni previste dall’amministrazione per il 2021/22. Serve personale e serve ora. Per queste ragioni – conclude il sindacato – e per dare il legittimo riconoscimento professionale ed economico ad una categoria fino ad oggi invisibile, abbiamo proclamato lo sciopero, per garantire diritti e tutele agli assistenti sociali e migliori servizi ai cittadini”.