“L'Inca svolge un ruolo fondamentale nella nostra organizzazione: ho ricevuto la fiducia del comitato direttivo, che non tradirò e mi stimola a fare bene, perché oggi più di ieri la tutela individuale è un elemento che può fare la differenza per affermare i diritti delle persone, lavoratori e lavoratrici”. Lo afferma il nuovo presidente dell'Inca Cgil, Michele Pagliaro, ai microfoni di RadioArticolo1 nella trasmissione “Italia Parla”.

La funzione imprescindibile del patronato, ha spiegato, è "accrescere le tutele che in questi anni sono state messe a repentaglio da politiche neoliberiste, che non hanno tenuto conto delle persone, dei loro diritti e bisogni". Tra l'altro, l'Inca da sempre lavora per affermare i princìpi scritti nella Costituzione. “Noi come Cgil siamo stati gli unici a difendere la Carta senza nessuna esitazione, a sostenerla in ogni circostanza. Il tema è sempre lo stesso: piuttosto che cambiarla è necessario che la Costituzione venga applicata pienamente in questo Paese”.

Oggi l'Italia si trova in un contesto estremamente complesso e degradato dal punto di vista sociale, prosegue Pagliaro. “Il nostro è un Paese unico, costruito su princìpi fondanti ispirati alla solidarietà: per questo noi, con il lavoro delle nostre strutture, con l'impegno di questi mesi straordinario e fortemente unitario, pensiamo di essere sulla strada giusta per costruire una coscienza diversa. Vogliamo portare a casa dei risultati importanti in grado di invertire la tendenza che si sta manifestando in termini politici e sociali”.

Riflettendo sulla situazione complessiva, Pagliaro si sofferma poi sul caso della Sea-Watch: “Ancora una volta emerge il tratto di disumanità di questo governo – dice –, che noi respingiamo e combattiamo in ogni modo possibile. La condizione dei porti chiusi è assurda, determinata solo per lucrare cercando consenso spicciolo, che non esprime nulla se non la capacità di parlare alla pancia delle persone”.

Il consenso di cui oggi gode l'esecutivo “non so quanto durerà”, aggiunge, “perché poi le parole devi anche riempirle e non mi pare che l'Italia abbia una politica all'altezza della situazione. Al contrario la disumanità è una sconfitta per tutti, per noi e per l'Europa che dovrebbe guardare un po' meglio a quei fenomeni conseguenti alla globalizzazione, che sono stati sottovalutati”. Lo scenario non si limita solo all'arrivo dei migranti, conclude, ma, “come dice il segretario generale Landini, il nodo vero è l'emergenza dei tanti giovani italiani che lasciano il Paese – soprattutto al Sud – per andare a vivere e lavorare all'estero".