“La nuova normativa sulla cosiddetta quota 100 per l’accesso anticipato al pensionamento, così come è stata formulata, crea concrete difficoltà agli agenti e rappresentanti di commercio che ne volessero usufruire. Con il risultato che si rischia di produrre una discriminazione a danno dei lavoratori del settore”. È quanto denuncia in una nota la Filcams Cgil, secondo la quale la disciplina del decreto legge “non ha tenuto conto delle specifiche modalità di svolgimento e di cessazione dell’attività di intermediazione commerciale previste dalle norme di legge e dagli accordi economici collettivi che regolano il rapporto di agenzia”. 

“Allo stato dell’arte – spiega la Filcams – si riscontrano non poche contraddizioni proprio tra la nuova normativa e quanto invece sancito dal codice civile e dagli accordi economici collettivi. In particolare, nella fase di chiusura dei rapporti contrattuali con le aziende rappresentate dagli agenti, la prevista impossibilità di cumulare la pensione quota 100 con i redditi derivanti dall’attività, pena la sospensione dell’erogazione della pensione stessa, impedisce all’agente di commercio di poter incassare quelle provvigioni, relative a ordini conclusi prima del termine del rapporto contrattuale e maturate a seguito del rapporto medesimo, ma pagate successivamente a rapporto ormai concluso”. 

A questo fine le organizzazioni sindacali rappresentative della categoria e firmatarie degli accordi economici collettivi (Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs, Fnaarc, Fiarc, Ugl, Usarci) hanno unitariamente sottoposto al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e agli organi competenti in materia “una richiesta di chiarimento in ordine alla corretta interpretazione della normativa al fine di evitare un’ingiusta disparità a danno di un'intera categoria di lavoratori”.