A fronte dell'apertura nel marzo scorso, da parte dell'azienda, di una procedura di uscite per 254 lavoratori, le organizzazioni sindacali hanno raggiunto un'ipotesi di accordo unitaria che è stata approvata con il 92,4% dei consensi. L'intesa sarà valida per i prossimi quattro anni e garantirà l'uscita dei lavoratori che entro la durata dello stesso avranno maturato i requisiti per andare in pensione e di coloro che volontariamente incentivati vorranno lasciare l'azienda, a fronte di un numero di assunzioni superiore di almeno una unità, assicurando non solo il saldo positivo, ma anche lo sviluppo di nuove competenze professionali.

Le assunzioni riguarderanno, in primis, 80 stabilizzazioni a tempo indeterminato di lavoratori attualmente in somministrazione presso Nuovo Pignone, di cui 70 per operai e 10 riservate agli impiegati, e rispetteranno i requisiti dell’anzianità maturata e delle competenze acquisite.Per le future assunzioni il testo prevede inoltre un impegno a un maggior ricorso dell'azienda ai contratti di apprendistato rispetto all'utilizzo di contratti con agenzie (tempo determinato o staff leasing). Nell'accordo, poi, rientrano investimenti di Nuovo Pignone in Italia per quasi 400 milioni, che assicurano importanti prospettive di sviluppo industriale nel settore della transizione energetica.

Per Daniele Calosi, coordinatore nazionale della Fiom Cgil per il gruppo Nuovo Pignone:, “l’accordo stabilisce un patto generazionale fra lavoratori anziani e giovani. Consente a chi è vicino alla pensione di uscire anticipatamente e ai ragazzi di essere assunti alle dipendenze dirette dell’azienda, superando definitivamente la condizione di precarietà. Inoltre, grazie alla cabina di regia, insediata in virtù delle precedenti intese, potremo verificare in appositi incontri sindacali la quantità economica degli investimenti e la loro effettiva allocazione.Ringraziamo i lavoratori per il loro decisivo sostegno durante la trattativa e nel voto referendario".