Richieste, storie e aspettative di lavoratori, delegati e dirigenti Cgil. Tanti i temi affrontati nel congresso provinciale di Reggio Emilia: ecco qui alcune voci.

Alessandra, delegata Fp Azienda servizi bassa reggiana

“Avevo notato qualcosa nella mia busta paga che non funzionava, mi si è accesa una lampadina e ho ripensato ai racconti di mio padre, metalmeccanico, quando andava a fare picchetti per ottenere qualcosa dall’azienda”. Alessandra Aldrovandi, 33 anni, è alla sua prima esperienza congressuale: “Per questo motivo ho deciso di tesserarmi, perché credo fortemente nei valori del sindacato e ancor di più al fatto che bisogna metterci la faccia e impegnarsi per ottenere miglioramenti”

Mirco, Rsa Filcams Italcuscinetti

“Purtroppo il commercio è molto frazionato”, dice Mirco Giglioli, componente del direttivo Filcams Cgil: “Quando si fanno iniziative bisogna che siamo uniti, tutte le categorie devono spalleggiarsi. Saranno anni duri, se saremo frammentati non verremo presi sul serio”. E così conclude: “Il governo deve chiamare i sindacati, riconoscergli un ruolo attivo, come ha detto Landini non è corretto chiamarci a cose già fatte”.

Mirko, coordinatore Dipartimento Sicurezza

“Registriamo un distacco dei lavoratori dai corpi intermedi: questo colpisce anche il sindacato, ma è ancora più forte nella politica”. Per il coordinatore Cgil Mirko Pellati “queste elezioni hanno dato un quadro preciso. Molti lavoratori, anche iscritti alla Cgil, non hanno più un indirizzo unico verso sinistra, ma fanno scelte diverse, perché probabilmente non vedono più un unico partito che difende il lavoro e i lavoratori”.

Giovanni, segretario generale Flai

“In questa provincia l’80% della manodopera in agricoltura è straniera, per lo più indiana e pakistana. Nelle stalle che producono il latte per il parmigiano reggiano gli italiani”. Questo il quadro delineato dal segretario Giovanni Velotti: “Servono lavoratori nell’agroalimentare, ma non si trovano. Dobbiamo tenerci stretti gli immigrati, perché in questo momento stanno emigrando verso Paesi con migliori condizioni di salario e lavoro. A chi parla d'immigrati a sproposito voglio ricordare che ci sono settori che rischiano il collasso per mancanza di lavoratori”.

Cristian, segretario generale Cgil

“La situazione del lavoro a Reggio Emilia non è rosea: su dieci avviamenti, otto avvengono con contratti precari”. A dirlo è il segretario generale Cristian Sesena: “Ciò stride pesantemente con gli andamenti economici delle imprese che, invece, continuano ad andare bene. È evidente che molte aziende non reinvestono gli utili nella creazione di lavoro stabile e adeguatamente retribuito, ma interpretano il lavoro come elemento su cui fare cassa”.

Gli obiettivi dei prossimi anni sono, anzitutto, la “difesa del nostro sistema di welfare pubblico, a partire da sanità e socio-assistenziale, che rischia lo smantellamento in favore del privato”. E poi occorre “estendere la contrattazione aziendale alle imprese che non l’hanno. La contrattazione è lo strumento principale per operare la redistribuzione degli utili delle imprese verso i lavoratori, in una fase di vera emergenza salariale come questa”.