Puntata n. 11 - Tra una manciata di giorni si chiuderà il 2022. Un anno vissuto tra pandemia, guerra, crisi economica, inflazione, vittoria dell'estrema destra e corruzione. In bocca al lupo a tutte e a tutti per il 2023

Peggio di così non poteva proprio andare

Tra una manciata di giorni si chiuderà il 2022. Un anno cominciato sotto il segno pesante di una pandemia che ancora miete contagi, nel quale è scoppiata una guerra in piena Europa, nel quale l’inflazione, sospinta dall’esplosione dei prezzi delle materie prime, brucia ricchezza, benessere e posti di lavoro. Nel quale la destra più estrema in Italia ha vinto le elezioni. Si chiude sotto il segno di un’inchiesta pesantissima che ha scoperchiato un verminaio di corruzione e asservimento al potere economico del Qatar, dopo un mondiale arrivato in fondo a una strada lastricata dei cadaveri di almeno 7mila operai migranti morti durante la costruzione delle infrastrutture create a tempo di record per ospitarlo. Verrebbe spontaneo pensare che il 2023 non potrà che essere meglio, ma conosciamo troppo bene questo vecchio e malandato mondo e chi lo abita per esserne davvero certi. Più che gli auguri, ci sembra più consono un in bocca al lupo a tutte e tutti.

Letterina senza gloria

La lettera a Babbo Natale nel sassolino del direttore di Collettiva, Stefano Milani.

Letterina senza gloria. Caro Babbo Natale, se quest’anno ci sfanculi nulla da eccepire. Ma so che sei un ostinato resiliente, un quota 100mila all’ennesima potenza. Pensione minima e pressione massima, un giovinotto in cerca di rivalutazione. Rider dei balocchi, antagonista del clic amazoniano, mentore del pacco a fin di bene e cantore del pos senza limite di spesa, dacci oggi, e possibilmente anche domani, il pane quotidiano sottoforma di felicità. Toglici di torno guerre, bollette pazze, pandemie, mazzette e Calderoli. Rendici immuni da questi tempi maledetti, effimeri e senza gloria. Coccolaci di infantili speranze, nella illusoria convinzione di un futuro che non sia un eterno presente. Rivoluziona la nostra vita, sconvolgila, mettila a soqquadro. Fruga nelle nostre menti e ridonaci soprattutto il germe della resistenza e della lotta. Sotto l’albero, smunto e un po’ precario, non aspetto altro.

“Voi dovete fare rumore per dare voce a chi non ha voce”

Con l’esortazione di Papa Francesco nella cornice della Sala Paolo VI in Vaticano si compie, per la Cgil, il passaggio ideale tra il bilancio del 2022 e le attese per il 2023, in un incontro che resterà nella storia dell’organizzazione. Il capo della Chiesa cattolica ha dato udienza alle dirigenti e ai dirigenti nazionali e locali del Quadrato Rosso. Si è parlato di lavoro, nel senso più profondo e alto. Alle considerazioni e al racconto di Maurizio Landini sulle priorità e l’azione del sindacato che guida ha risposto Bergoglio. Con parole condivisibili che hanno scaldato le migliaia di cuori in sala e una frase che ci tornerà in testa, quel “Non ci sono lavoratori liberi senza sindacato” che riconosce l’importanza e il senso profondo dell’operato delle organizzazioni di rappresentanza. In mezzo alle macerie di un 2022 che è stato drammatico sotto tutti i punti di vista, l’attività della Cgil nel 2023 riparte da questa esortazione. Al lavoro e alla lotta.

Campioni, anzi campeones

Il mondiale più sporco e cattivo di sempre si chiude con la partita più bella di sempre. I fuoriclasse non tradiscono le attese e in una girandola di colpi di scena mezzo mondo sospende il fiato per circa tre ore. Finisce con Leo Messi che all’ultima curva della sua carriera alza finalmente la coppa più prestigiosa e aggiunge, dopo 36 anni, una foto all’album dei trofei iridati dell’Argentina, che era ancora fermo allo scatto di Maradona in Messico ’86. Ma persino l’ultimo fotogramma affoga in un mare di polemiche e poteri oscuri, neri e poco trasparenti come quella Bisht, la veste tradizionale araba, imposta al capitano albiceleste prima di alzare la coppa. Le tirate d’orecchio a Messi fanno sorridere, visto che, a quanto sembra, i rappresentanti di prestigiose istituzioni continentali, a partire dal Parlamento europeo, lungi dal reagire sdegnati e dal denunciare i tentativi di corruzione provenienti dal Qatar, si sono lasciati volentieri comprare a colpi di sacchi di soldi e buste di babbo Natale piene di contanti. Non ci sembra proprio che il problema sia Messi…Per fortuna sul campo il gioco è stato meraviglioso. Ancora una volta diamo ragione a Maradona: la pelota no se mancha, il pallone non si sporca. Tutto il resto spesso sì, ma la magia del campo resta magia.

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