Provvedimenti identitari e che non danno risposte alle necessità e alle emergenze del Paese. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, alla vigilia del primo incontro con la nuova ministra del Lavoro, Calderone, nell’intervista rilasciata a La Stampa. Il leader di Corso d'Italia ribadisce che il sindacato farà “tutto ciò che è necessario per rispondere ai bisogni dei lavoratori e delle persone per garantire loro un futuro dignitoso”. 

L’elenco di quello che non va è presto fatto. A partire “dall'innalzamento del contante deciso quando invece bisognerebbe mettere il contante nelle tasche di chi non arriva alla fine del mese e lottare contro evasione fiscale, corruzione, caporalato, lavoro nero e mafie”, argomenta il segretario della Cgil.  

Anche il decreto anti-rave non va bene: “Posto che a Modena la situazione è stata gestita con intelligenza, mi domando dove sia l'urgenza per un decreto in un contesto in cui l'Europa insegna che non è con la repressione che si risolvono questi problemi. Mi chiedo come si possa scrivere una norma così generica, e quindi pericolosa, che potrebbe essere utilizzata per qualsiasi manifestazione”. 

Poi i vaccini. Landini si chiede “quale sia stata l'evidenza scientifica considerata, visto che il virus si diffonde ancora e il bisogno di vaccinarsi lo abbiamo. Senza dimenticare che la Sanità ha bisogno di assunzioni e investimenti per potenziare servizi territoriali, i pronto soccorso e le terapie intensive”.

Le materie su cui intervenire con rapidità sono tante e riguardano i costi dell’energia e la prossima legge di bilancio. Per questo – dice il sindacalista – “abbiamo chiesto con Cisl e Uil un incontro con la presidente del Consiglio per discutere tutto questo e delineare un nuovo modello di sviluppo nella cui costruzione il sindacato e il mondo di lavoro siano pienamente coinvolti e non solo informati a cose fatte”. 

Quanto al Patto per l’Italia proposta da Confindustria, in cui tutti rinuncerebbero a qualcosa, il leader di corso d’Italia tiene a precisare che “il lavoro ha già dato. Superare la precarietà è la nostra prima richiesta. Aumentare il netto in busta paga e il netto delle pensioni è un nostro esempio”. Le ricette della Cgil sono note: la tassa sugli extra-profitti, ad esempio, non va solo riscritta, ma “bisogna alzare la soglia e ampliare la platea oltre il settore energetico. Tutto il gettito extra deve essere utilizzato per aiutare i lavoratori e le imprese che rischiano di chiudere. Subito. Anche con un contributo di solidarietà finalizzato a sostenere politiche di sviluppo e occupazione come fatto in questo in giorni in Germania”.

Ma non basta, bisogna intervenire sui salari, e dunque sono importanti “i contenuti con i quali recepire la direttiva sul salario minimo sono centrali. In tempi di inflazione, la difesa delle buste paga è sostanziale”. Bisogna poi “tagliare il cuneo fiscale e contributivo, e usarlo tutto dalla parte di lavoratori e lavoratrici”. 

In agenda anche le pensioni, visto che nel 2023 torna pienamente in vigore la legge Fornero: “Con Cisl e Uil – ricorda Landini – abbiamo scritto una piattaforma per riformare il sistema pensionistico. La riconfermiamo per superare il precariato e introdurre la pensione di garanzia per i giovani. Occorre flessibilità di uscita da 62 anni, con regole diverse per gli impieghi più gravosi ed usuranti. Si deve riconoscere la differenza di genere, perché le donne sono state più penalizzate dalla riforma Fornero. Dentro questo schema ribadiamo che con 41 anni di contributi sia possibile uscire, indipendentemente dall'età”. 

E ancora: no al licenziamento dei navigator, no alla soppressione del reddito di cittadinanza (“in un paese che ha 5 milioni e mezzo di persone in povertà assoluta, di cui 1,5 milioni sono minori”), no alla flat tax, no ai condoni e no all’autonomia differenziata.

Insomma: i paletti ci sono e non potrebbe essere altrimenti. Resta l’assunto che il governo lo “giudicheremo dai fatti”, ma “il confronto deve essere vero. Non basta essere solo informati”. Quindi: “Se avremo un confronto, bene”, altrimenti “decideremo tutti gli strumenti necessari e democratici per sostenere le nostre posizioni”.