Assocarta, Assografici, Slc Cgil, Fistel Cisl e Ugl Chimici hanno scritto una lettera comune lanciando un'Agenda da cui emerge con forza “l'urgenza di quattro interventi strutturali da negoziare e ottenere in Europa” per affrontare il “caro energia” del settore.

Imprese e sindacati ritengono fondamentali “un price cap riguardante tutte le forniture di gas in Europa; una riforma del mercato elettrico, che preveda, come primo passo, il disaccoppiamento tra prezzo dell'elettricità e prezzo del gas; una maggiore regolamentazione del Ttf, come una vera borsa; la sospensione e la revisione del sistema Ets, che eviti pressioni speculative”.

Per i firmatari questi interventi sono necessari “per evitare che un singolo Paese proponga, come ad esempio la Germania, il suo programma di aiuti da 200 miliardi, e adotti interventi a livello nazionale introducendo un price cap a livello di singolo Stato, una situazione che produrrebbe ulteriori distorsioni all'interno dell'Europa”.

Aziende cartiere: posti di lavoro a rischio

Le aziende manifatturiere italiane della filiera carta, stampa e trasformazione, colpite dal “caro energia”, se nell'immediato rischiano di perdere contratti, nel medio periodo a rischio saranno intere quote di mercato. Per questo le parti sociali e datoriali auspicano “che la Gas Release venga attuata al più presto, fissando un prezzo ‘equo’, e sia contestualmente previsto un meccanismo di anticipazione finanziaria, in maniera che tale misura possa dispiegare i suoi effetti il prima possibile”.

La crisi energetica, dunque, rischia di avere un impatto devastante anche sull'occupazione del settore. “Sono diverse le aziende cartiere – proseguono Assocarta, Assografici, Slc Cgil, Fistel Cisl e Ugl Chimici – che stanno già utilizzando la cassa integrazione per l'aumento eccezionale dei costi energetici, con il concreto rischio di arrivare a chiusure di siti produttivi, con il coinvolgimento a catena anche dell'intera filiera della successiva stampa e trasformazione”.

Ai danni economici e occupazionali si aggiungono anche quelli ambientali: da un lato “l'arrivo sul mercato italiano di prodotti cartari da Paesi extra-Ue dove l'energia a basso prezzo si combina con normative ambientali non allineate ai mercati Ue”; dall'altro rallentare o interrompere l'attività produttiva “vuol dire bloccare l'economia circolare, ovvero l'attività di recupero e riciclo sul territorio che dovrà gestire lo stoccaggio della carta da riciclare che non avrà più, quale via preferenziale, la cartiera”.

Un'ulteriore emergenza “energetica” di queste settimane, sottolineano, “è la mancanza di offerta sui tavoli aziendali di proposte per rinnovare i contratti di fornitura di gas, nonostante l'instancabile ricerca da parte delle imprese energivore. Una nazione che ha così rapidamente diversificato gli approvvigionamenti, per evitare una situazione di crisi più grave, non può ora ignorare questa ultima fondamentale condizione 'tecnica', che può però diventare quella che determina la sopravvivenza d'interi comparti industriali”.

Le parti sociali così concludono: “Fondamentale è che il Piano di contenimento dei consumi gas venga varato rapidamente, prevedendo adeguate compensazioni per le aziende che riducano i consumi di gas. La programmazione delle riduzioni dei consumi e un sistema adeguato di compensazioni costituiscono strumenti indispensabili per affrontare le eventuali emergenze e non compromettere la competitività dell'industria nazionale”.