“Il piano industriale rimane fumoso e privo di dettagli, senza effettivi sviluppi su cronoprogrammi e senza certezze sulle prospettive di mercato”. Questo il giudizio della Fiom Cgil sul programma per la reindustrializzazione presentato da Francesco Borgomeo, dallo scorso dicembre nuovo proprietario della Qf (ex Gkn) di Campi Bisenzio (Firenze), nell’incontro che si è tenuto nel pomeriggio di lunedì 5 settembre al ministero dello Sviluppo economico.

“L’unico elemento di novità che è stato introdotto è la scelta di utilizzare il veicolo dell'accordo di sviluppo, che permette la presenza di soggetti pubblici negli investimenti”, proseguono Simone Marinelli (responsabile settore automotive Fiom Cgil) e Daniele Calosi (segretario generale Fiom Cgil Firenze-Prato-Pistoia). L’accordo di sviluppo è lo strumento gestito da Invitalia (agenzia del ministero dell’Economia) per il sostegno a progetti di reindustrializzazione di siti produttivi: si punta, dunque, al sostegno statale.

Lo strumento, precisano i due esponenti sindacali, “dà la garanzia che il piano industriale presentato sia vagliato e monitorato dalle istituzioni pubbliche, come da tempo richiesto dalla Fiom, permettendo in futuro l'ingresso di ulteriori investitori o partner pubblici o privati. Un piccolo segnale di cambiamento rispetto a come QF fino a oggi ha voluto gestire il tavolo, cambiando ogni volta le carte”.

Mercoledì 7 settembre si terrà l’incontro tra la proprietà e il ministero del Lavoro per affrontare il tema delle eventuali “coperture” assicurate dagli ammortizzatori sociali, mentre nei giorni seguenti verrà convocato il tavolo tecnico con Invitalia per iniziare a vagliare la possibilità di concedere il finanziamento. Per lunedì 12, infine, è in calendario il vertice tra il ministero dello Sviluppo economico e il consorzio di ricerca Iris Lab, cui partecipa anche Qf.

“Ora si deve aprire la fase più delicata, che deve entrare nel merito degli investimenti e del programma di ripartenza dello stabilimento”, aggiungono Marinelli e Calosi: “È necessario dare certezze sui modi, riducendo sensibilmente i tempi”. Per la Fiom il confronto “deve partire da quanto stabilito dall'accordo-quadro di gennaio e deve vedere la partecipazione e la condivisione con Rsu, sindacati e lavoratori. Contemporaneamente deve proseguire il lavoro del Comitato di proposta e verifica per continuare a vagliare ulteriori progetti che possono essere portati a Campi Bisenzio e che potrebbero diversificare l'attività”.

La Fiom Cgil, in conclusione, afferma che “lo stabilimento è agibile ed è sempre stato tale, per cui non può e non deve essere elemento di discussione che viene portato dall'azienda su ogni tavolo di confronto”. E ribadisce che sindacato e lavoratori “hanno tutto l'interesse affinché la reindustrializzazione vada a buon fine e garantisca il futuro occupazionale e di sviluppo del territorio”.