All Food, titolare dell’appalto ristorazione (bar e mense) di Telecom Italia – Tim, ha attivato la procedura di licenziamento per 143 lavoratori e lavoratrici impiegate nell’appalto, imputando a Tim la mancata apertura di molte sedi previste dal capitolato, combinata a un ricorso allo smart working e alla riorganizzazione aziendale in atto. È quanto si apprende da una nota della Filcams Cgil. La procedura coinvolge circa 143 lavoratrici e lavoratori, per la maggioranza donne, con contratti a part-time “involontario”, spesso a poche ore settimanali, che nonostante un parziale rientro al lavoro dopo il complicato cambio appalto risalente alla fine del 2021, oggi vedono nuovamente a rischio il proprio di posto di lavoro.

In quell’occasione i 270 lavoratori e lavoratrici, che per tutto il periodo dell’emergenza sanitaria avevano rischiato la continuità lavorativa nell’appalto Tim, avevano ottenuto un risultato positivo in seguito alle ripetute sollecitazione delle organizzazioni sindacali che si erano concluse con un soddisfacente accordo. A partire da giugno 2021 infatti era stato avviato un confronto presso il ministero del Lavoro con il coinvolgimento di tutte le parti interessate (imprese uscenti Cirfood e Elior, impresa subentrante All Food e Telecom), sfociato in un accordo che impegnava le parti a dare continuità occupazionale e reddituale a tutto il personale coinvolto nel cambio di gestione dell’appalto. Grazie a quell’accordo tutti i posti di lavoro, fino a poco prima considerati esuberi dalle società coinvolte nella vertenza, sono stati salvati.

L’accordo ha stabilito il passaggio di buona parte del personale al nuovo gestore dal 1° febbraio 2022 e il permanere della parte rimanente in capo alle imprese uscenti, e la tutela del reddito, prevedendo l’attivazione comunque degli ammortizzatori sociali per tutto il personale coinvolto nel cambio di gestione a partire da gennaio del 2022. La riorganizzazione del servizio è stata pertanto al centro del confronto tra sindacati e All Food negli ultimi mesi, così come le possibili ricollocazioni interne, in attesa di una riapertura delle sedi previste dal capitolato.

"Oggi All Food ha deciso di procedere unilateralmente con la dichiarazione di un esubero strutturale, escludendo l’utilizzo di altri strumenti a sostegno dell’occupazione - prosegue il sindacato -. Il tutto nel totale silenzio di Telecom, azienda a concessione pubblica, che ancora una volta non si esprime in merito e non da garanzie sulla riapertura delle sedi, ma che oltretutto, sta operando una riorganizzazione interna senza precedenti, che ha portato le organizzazioni sindacali Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil a proclamare uno sciopero dei lavoratori del gruppo nella giornata di martedì 21 giugno".

"La loro battaglia è la nostra battaglia, al loro fianco per i diritti: chiediamo a Tim di farsi parte attiva, affinché giungano risposte chiare in merito al futuro delle mense e del servizio di ristorazione in appalto presso le sedi aziendali – afferma la Filcams Cgil – e l’utilizzo di tutti gli strumenti atti alla salvaguardia dei posti di lavoro, al fine di scongiurare la perdita di occupazione e la dispersione delle competenze professionali".