"Il ministero dello Sviluppo economico ha autorizzato i commissari alla firma della proroga fino al 31 maggio 2024 e alla modifica del contratto con il gruppo siderurgico di Acciaierie d’Italia. La decisione del ministro Giorgetti è l’ennesima decisione presa senza confronto sul destino dei lavoratori dell’ex Ilva e sugli interessi generali del Paese di produrre ghisa e acciaio, a garanzia della piena occupazione e della realizzazione dell’ambientalizzazione". A dirlo è il segretario generale della Fiom Cgil nazionale Michele De Palma, evidenziando che "la decisione di spostare di due anni la conclusione del percorso di acquisizione degli impianti da parte dello Stato non ha alcuna giustificazione: il rinvio dell’ingresso in maggioranza di Invitalia e la firma di un contratto senza trasparenza sui contenuti".

Il dirigente sindacale sottolinea che "la scelta di rinviare avrà ulteriori ripercussioni sulle condizioni degli impianti, anche in termini di sicurezza, sulla cassa integrazione per i lavoratori del gruppo e sugli investimenti per assicurare il futuro dell’industria e la transizione ambientale. La Fiom discuterà con le altre organizzazioni sindacali le iniziative da intraprendere, in tutte le sedi, per difendere i lavoratori, i cittadini e l’industria. L’ex Ilva è una questione nazionale su cui è necessario che sia la presidenza del Consiglio a garantire il confronto. È per tali ragioni che abbiamo convocato una riunione a Taranto il 15 giugno, insieme a Fim Cisl e Uilm Uil e ai delegati di tutti gli stabilimenti del gruppo, per rilanciare l'iniziativa sindacale".