"Nonostante il calo delle vendite nel mercato europeo e italiano l’azienda continua a fare risultati finanziari positivi e a riconoscere dividendi agli azionisti, mentre le lavoratrici e i lavoratori continuano a subire il ricorso agli ammortizzatori sociali e l’abbattimento dei costi che si traduce in un peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro". Lo dichiara in una nota Simone Marinelli, coordinatore nazionale del settore automotive per la Fiom Cgil.

"La crisi delle forniture, della logistica e di mercato, con il costante calo delle immatricolazioni che ad aprile hanno totalizzato un meno 33% rispetto allo stesso mese del 2021, stanno ricadendo pesantemente sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori del gruppo e di tutta la filiera della componentistica. Un settore che genera circa il 6% del PIL e occupa 260.000 lavoratori lasciato solo dal Governo che nonostante gli annunci sembra non sia interessato a rilanciare concretamente", prosegue il dirigente sindacale.

"Una situazione che va affrontata con urgenza. Per tali ragioni, la Fiom ribadisce la richiesta più volte avanzata insieme alle altre organizzazioni sindacali e alla Federmeccanica, di un incontro presso la Presidenza del Consiglio con i ministri competenti. Senza strumenti straordinari, risorse e una politica industriale condivisa rischiamo di perdere un settore fondamentale per l’economia e l’occupazione del nostro Paese", conclude il sindacalista.