Dopo la decisione unilaterale di Kos Care di voler trasferire il personale di cucine e pulizia ad altra azienda dello stesso gruppo (Kos servizi) con un contratto peggiorativo e una riduzione di stipendio, è iniziata la mobilitazione dei lavoratori e delle lavoratrici delle strutture 'Anni azzurri' di Favaro Veneto e Quarto d’Altino.

"Abbiamo iniziato con l’assemblea del 22 aprile nella Residenza di Favaro Veneto, domani, 29 aprile, saremo con i lavoratori e le lavoratrici di Quarto d’Altino. Riteniamo che questo trasferimento di ramo d’azienda, effettuato a discapito dei diritti acquisiti dei lavoratori, sia un’evidente volontà di voler risparmiare sul costo del lavoro per aumentare i profitti. Si parla infatti di un risparmio di circa 300 mila euro, a fronte di continui investimenti del gruppo in nuove strutture nel settore socio assistenziale in tutta Italia. Ribadiamo che, purtroppo, questo sarà probabilmente il primo passo di una riorganizzazione aziendale annunciata, che non escludiamo andrà poi a riguardare anche il personale infermieristico e sociosanitario". Così, in una nota unitaria, Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl Venezia.

"Le due strutture del territorio veneziano, Anni Azzurri di Favaro Veneto e Quarto d’Altino, soffrono già da tempo di problematiche legate alla carenza di personale sociosanitario, infermieristico e ausiliario, dovuta proprio alla scelta del contratto collettivo applicato, Anaste, scaduto nel lontano 2009, e che ha già quindi retribuzioni di molto inferiori alla media del settore. Decidere di peggiorare ulteriormente le condizioni economiche dei lavoratori avrà un effetto devastante sulla tenuta delle strutture che hanno sempre più difficoltà a trovare il personale, tanto che per questo motivo qualche mese fa hanno dovuto bloccare gli ingressi di nuovi ospiti e invece ora stanno riprendendo, nonostante gli organici non siano adeguati", proseguono le sigle di categoria.

"La carenza strutturale di personale determina infatti elevati carichi di lavoro per chi è in servizio con evidenti ricadute in termini di sicurezza sul lavoro, infortuni e rischi di burn out, soprattutto dopo questo periodo di pandemia in cui i lavoratori sono stati in prima linea contro il Covid e, di conseguenza, ha pesanti ricadute anche sulla qualità dell’assistenza agli utenti. Serve un intervento della Regione Veneto e una vigilanza costante da parte dell’azienda sanitaria nei confronti delle multinazionali nel campo dell’assistenza che, hanno ricevuto gli accreditamenti da parte della Regione, ma hanno come vera mission il profitto a scapito dei diritti dei lavoratori e della cura gli anziani", concludono i sindacati.