Si è svolto oggi l’incontro fra il ministro dell’Istruzione e i sindacati della scuola, sui contenuti del decreto legge di riforma del sistema di reclutamento e della formazione iniziale e in servizio del personale docente. "Come già accaduto altre volte un'occasione persa: dopo lo svolgimento delle elezioni per il rinnovo delle Rsu nei settori della conoscenza che ha visto la partecipazione di oltre un milione di lavoratrici e lavoratori, invece di valorizzare questo importante evento, il governo decide di mortificare la rappresentanza presentando un "decreto" che è solo da respingere. Ancora una volta l'annunciata importanza del confronto con le parti sociali viene annichilita dall'atteggiamento unilaterale di chi non si pone il tema del consenso sulle proprie proposte politiche". Lo afferma la Flc Cgil, in una nota.

Nello specifico, sul tema del reclutamento "l’incontro ha visto l’illustrazione estremamente sintetica di tre slide che hanno schematizzato la riforma. Nessun testo di legge è stato presentato, quindi le caratteristiche della proposta rimangono complessivamente molto fumose. Il principale problema del modello proposto riguarda, per quello che possiamo intuire, l’assenza totale di un collegamento tra formazione e accesso all’assunzione a tempo indeterminato. Una questione che nel caso dei precari è cogente, tanto che l’unica strada che gli si prospetta è il concorso a quiz".

Il problema comunque si pone anche per i neo-laureati, chiamati ad acquisire 60 Cfu senza garanzie che questa abilitazione sia poi preludio per una assunzione in ruolo. Il sistema proposto, in estrema sintesi, si configura come un’estensione dei Cfu che sono requisiti per l’accesso all’insegnamento e la conferma dei concorsi a quiz. Due misure che si contraddicono, perché chi investe sulla propria formazione non può affidare a un quiz il proprio futuro. Per la Flc "i percorsi di formazione in ingresso devono avere natura abilitante e devono essere uno strumento di formazione e accesso al ruolo, dove i due elementi devono essere connessi in maniera indissolubile".

Sulla carriera dei docenti il ministro Bianchi ha illustrato l’introduzione di un nuovo sistema da realizzare con il decreto: "Una proposta indecente che la Flc ha subito rigettato come irricevibile. Siamo di fronte infatti, alla solita invasione delle materie contrattuali dove, senza peraltro parlare di risorse, si vorrebbe introdurre per legge, saltando il tavolo negoziale, una serie di misure come accelerazione di carriera e formazione per il cosiddetto "middle management" e l'introduzione di nuove figure professionali".

La norma, dunque, si sostituirebbe al contratto "che è, invece, e deve restare, l’unico strumento che può regolare il rapporto di lavoro, il salario, le progressioni di carriera. La Flc ha fatto presente al ministro che su queste basi non vi è spazio alcuno di confronto e ha chiesto lo stralcio della parte riguardante queste tematiche dal decreto per affidarlo interamente al tavolo negoziale che si deve aprire subito all'Aran per il rinnovo del contratto nazionale". In conclusione, dice il sindacato, "il governo e il ministro ritirino subito questa idea impraticabile e fuori dalle regole altrimenti la nostra risposta sarà la lotta".