Pervasivo. È questo il carattere che l’illegalità ha assunto nei comparti del commercio, del turismo e dei servizi alle imprese e alle persone. Lo diciamo con maggiore concretezza di dati e informazioni alla pubblicazione di questo primo Rapporto sulla legalità nel terziario, risultato del lavoro dell’Osservatorio permanente istituito dalla categoria, coordinato dal suo Centro Multiservizi Ce.Mu. e al suo Centro studi con la collaborazione della Fondazione Di Vittorio, al fine di sistematizzare e approfondire i fenomeni che attraversano il terziario.

Prendere un caffè al bar, una pizza con gli amici, avere una persona fidata e professionale per l’assistenza a un nostro caro, fare una vacanza, fare la spesa, andare in un ufficio o in una fabbrica e trovarla sicura e pulita. Tutte attività quotidiane per ognuno di noi, talmente scontate che spesso non ci interroghiamo su come siano organizzate, su chi ci lavori e con quali soldi siano finanziate.

Per la Filcams questi sono i terreni abituali di attività sindacale, i luoghi dove lavorano le donne e gli uomini che faticosamente costruiscono il nostro sindacato, luoghi dove l’applicazione integrale di legge e contratti spesso non è il punto di partenza per l’avvio di una lotta sindacale, bensì quello di arrivo. Ma oltre allo sfruttamento e all’irregolarità contrattuale, stiamo assistendo da anni a nuovi interessi illegali, sempre più strutturati e diffusi.

Perché questi sono anche luoghi dove girano soldi, tanti soldi. E rapidamente: tanto rapidamente da essere utili per ripulire (leggi: riciclare) capitali provenienti da attività illecite. E sono luoghi diffusi, presenti in ogni città e paese, che danno lavoro e sono crocevia di informazioni e scambi: luoghi strategici per chi ha come obiettivo il controllo del territorio e dell’economia. Ci siamo quindi posti l’obiettivo di andare più a fondo e di comprendere meglio quanto già avevamo intuito nella nostra presenza quotidiana nei luoghi di lavoro, e per farlo abbiamo chiamato a raccolta studiosi ed esperti di primo piano dei fenomeni in discussione, con un approccio multidisciplinare e trasversale.

Questa pubblicazione è una prima istantanea di cosa significa illegalità nel terziario, e della fotografia richiama sia la chiarezza di lettura sia la ricchezza di dettagli e particolari. I saggi raccolti affrontano il tema nel duplice tentativo di inquadrare dal punto di vista teorico i termini di una riflessione applicata a un contesto così vasto e variegato, in modo da offrire delle coordinate di navigazione al lettore, e di fornire dati e riferimenti specifici.

Il rapporto conferma lo sviluppo degli interessi delle criminalità organizzate nel settore della ristorazione, nella filiera del turismo e della ricettività. Descrive i punti di rottura/contatto tra la filiera alimentare e quella della distribuzione organizzata. Ma, oltre a rappresentare i fatti, che qualche volta balzano alle cronache giornalistiche, affronta il tema delle cause, provando a dare una lettura dei processi di terziarizzazione e di compressione dei costi che hanno reso antieconomiche alcune attività, tanto da renderle interessanti soltanto per chi ha interessi non (solo) economici. E ancora, come l’assenza di governance che caratterizza il terziario non abbia saputo (o voluto?) rafforzare le imprese sane per evitare che diventassero preda delle mafie nei momenti di difficoltà.

Una riflessione più che mai attuale, considerati gli effetti devastanti della pandemia sul turismo e sul terziario, settori già caratterizzati da imprese a bassa capitalizzazione che hanno visto rapidamente svanire il capitale circolante e, ancora una volta, in assenza di un paracadute immediato: l’allarme, chiaramente, è verso l’utilizzo delle risorse del Pnrr. Approfondimenti specifici sono dedicati al lavoro di cura e al lavoro domestico, con il dito chiaramente puntato sul tema delle politiche migratorie, tristemente attuale anche in rapporto ai fatti bellici in corso, laddove si è dato più o meno esplicitamente per assunto che un intero settore di servizi indispensabili per famiglie e cittadini potesse basarsi sull’esistenza prima di un flusso costante di migrazione irregolare, poi dello stesso dumping delle condizioni di vita e di lavoro all’interno della Ue.

Infine, non poteva mancare la messa in luce dei fenomeni distorsivi degli appalti di servizio, che rappresentano un mercato ambitissimo per il malaffare e dove i continui cambiamenti legislativi non fanno che rendere meno stabile, e quindi meno contendibile per le attività d’impresa più sane, un mercato già a bassa reddittività. Di fronte a tante e molteplici sfide, nell’avviare un percorso per rendere sempre più strutturale l’impegno di contrasto all’illegalità e alle mafie, la Filcams non poteva che partire dalla comprensione del fenomeno per sviluppare strumenti e capacità di azione non solo contrattuali.

Tra i flutti più o meno violenti del mare di notizie nel quale ci troviamo a navigare tutti i giorni, sembra quasi anacronistica l’idea di creare nuovi strumenti informativi. Tuttavia, per una categoria come la Filcams, con la sua composita rappresentanza e il pluralismo di settori e condizioni lavorative, gli strumenti per sistematizzare e comprendere meglio i fenomeni in atto non sono mai abbastanza.  Il sindacato, infatti, non può sottrarsi alla produzione di una vera e propria cultura della legalità: tale azione non è affatto obsoleta né superata.

Da qui l’idea di attuare un’azione sistemica di approfondimento, creare un luogo in cui esaminare e monitorare in modo permanente i fenomeni illegali che attraversano il terziario, effettuare studi e analisi, con l’obiettivo di tenere alto il livello di vigilanza, oltre che di fornire strumenti per orientare il lavoro contrattuale e di rappresentanza.

Un Osservatorio trasversale, guidato da un Comitato tecnico-scientifico composto da esperti del settore ed esponenti dell’associazionismo antimafia, del mondo accademico e del giornalismo, con compiti di ricerca, studio e diffusione. Le finalità sono individuare priorità e linee di azione, identificando, in particolare, gli ambiti d’indagine su cui impegnare l’Osservatorio stesso, e puntare su analisi interdisciplinari e multisettoriali per comprendere fenomeni difficilmente circoscrivibili e in continua evoluzione, che per essere affrontati impongono interventi sinergici su più livelli (normativo, sociale, politico ed economico).

Un Osservatorio, infine, che non vuole essere strumento limitato all’utilizzo della categoria, ma vuole connettersi con la altre esperienze attive nella confederazione e insieme costruire un sistema di informazione e proposta che sia utile all’azione sindacale di contrasto all’illegalità a tutti i livelli.

Luca De Zolt e Francesca Clanetti, Filcams nazionale