Notte di protesta davanti allo stabilimento Valvitalia di Due Carrare, provincia di Padova, dove è in corso da settimane una dura lotta dei lavoratori per proteggere il proprio posto dalle intenzioni dell'azienda che vorrebbe spostare la produzione in Lombardia. Approfittando della fine del turno e della presenza di pochi dipendenti in sede la proprietà, nella tarda serata di ieri (15 marzo) ha inviato i camion per caricare e far portare a Rivanazzano, provincia di Pavia, materiali e prodotti finiti. "Tutte le lavoratrici e i lavoratori stanno correndo in via Campolongo 97 a Due Carrare per difendere il proprio posto di lavoro e salvaguardare la propria dignità", si legge in un post della Fiom di Padova, pubblicato ieri sera sulla pagina Facebook dell'organizzazione.

"Alle ore 1.05 di questa notte, dopo 5 ore di muro contro muro, si è arrivati faticosamente a un'intesa - scrive la Fiom provinciale -. La trattativa prenderà il via ufficialmente nella giornata di oggi, partendo da un punto fondamentale, il ritiro della procedura di trasferimento collettivo. Un grande successo per i lavoratori e le lavoratrici che uniti e compatti hanno presidiato i cancelli e lo stabilimento per più di 6 ore.

Nel video Michele Iandiorio della Fiom Cgil Padova che sta seguendo la vertenza:

Un comunicato firmato da Fiom e Fim di Padova ha poi ricostruito nel dettaglio le ore concitate che hanno preceduto la decisione da parte dell'azienda di intavolare una trattativa a partire da questo pomeriggio.

"Ieri, martedì 15 marzo 2022, dopo la fine dell’orario di lavoro, verso le 18, alcuni lavoratori hanno notato movimenti inconsueti nei pressi dello stabilimento di Due Carrare e hanno riconosciuto i camion che erano stati mandati dalla sede Valvitalia di Rivanazzano per prelevare alcuni componenti realizzati per Italgas che solitamente vengono realizzate interamente nello stabilimento padovano e consegnate direttamente al cliente. I camion erano già stati fermati e respinti vuoti da via Campolongo dai dipendenti durante la giornata di lunedì. L’azienda era quindi a conoscenza della posizione di lavoratori, lavoratrici e dei rappresentanti sindacali riguardo all’intenzione di portare via il materiale da consegnare ai clienti passando, questa volta, per lo stabilimento del pavese. Immediatamente i lavoratori hanno chiamato a raccolta colleghe e colleghi che sono arrivati da tutti i paesi del circondario per bloccare insieme i cancelli e non permettere ai camion di partire senza prima aver capito cosa stesse succedendo e quali fossero le intenzioni della proprietà.

Ricordiamo che nella giornata di venerdì era stata recapitata ai dipendenti una lettera con il procedimento di trasferimento collettivo deciso unilateralmente, la comunicazione era correlata da una serie di proposte di tipo economico e dalla minaccia di ritorsioni in caso di rifiuto alla ripresa del normale lavoro, cosa attuabile attraverso il ritiro dello stato di agitazione. Unitariamente all’inizio del presidio sono ovviamente intervenute le forze dell’ordine per monitorare la situazione, ma i lavoratori e le lavoratrici hanno tenuto la posizione, nella calma e nella determinazione di essere dalla parte del giusto. Nel torto erano i dirigenti mandati dalla proprietà a gestire la situazione. Mentre i lavoratori e le lavoratrici presenziavano ai cancelli, una delegazione di formata dalla Rsu di sede, Michele Iandiorio e Loris Scarpa della Fiom di Padova e Luca Gazzabin della Fim è entrata nello stabilimento per parlare con la controparte. La contrattazione è andata avanti per oltre 5 ore, in un muro contro muro per stabilire i termini per l’inizio di una trattativa per stabilire il futuro del sito e dei posti di lavoro degli 81 dipendenti.

“Nel pomeriggio e fino alla tarda nottata abbiamo trascorso ore di tensione in Valvitalia. Con i lavoratori e le lavoratrici fuori dal cancello, siamo riusciti a sbloccare un punto di stallo su cui l’azienda si era arenata, con la quale la trattativa sostanzialmente fino a stanotte non era mai partita. Oggi pomeriggio (16 marzo 2022) inizieremo a confrontarci partendo da quello che abbiamo posto sul tavolo ieri notte, cioè il fatto che l’azienda sospenda gli effetti della procedura di trasferimento collettivo che ha avviato. Quindi, nell’incontro di oggi ci aspettiamo di ricevere una risposta positiva nei confronti di questa nostra richiesta, in maniera tale che possa favorire una ripresa delle trattative per trovare una soluzione complessiva per i lavoratori e le lavoratrici di Due Carrare.

Allo stesso tempo è importante sottolineare che siamo in attesa della convocazione del Mise, perché, non possiamo tralasciare che Valvitalia ha al suo interno un 50% di investimenti provenienti da Cassa depositi e prestiti, quindi di partecipazione pubblica. Anche per questo motivo non è tollerabile che si sia delineata una situazione così insostenibile, considerando questa partecipazione realizzata con fondi pubblici provenienti dalla collettività. Riteniamo quindi indispensabile la convocazione al MISE perché lo stato generale dell’intero gruppo Valvitalia merita l’attenzione di tutte le istituzioni. Oggi di sicuro i lavoratori e le lavoratrici hanno dato un segnale all’azienda: non ci stanno a essere messi da parte e ad accettare supinamente le decisioni unilaterali e scorrette attuate dalla dirigenza con il supporto di qualche voltagabbana.” Hanno dichiarato oggi i sindacalisti.