Il testo della legge delega sugli appalti, approvato ieri in Senato, porta conferme positive ma anche un pericoloso arretramento, dato che mette in discussione la clausola sociale. È l'allarme che arriva dalla Filcams Cgil, che chiede di modificare il testo: "Questo articolo va cambiato. La Camera deve ripristinare l'obbligo di inserimento delle clausole sociali nei bandi".

Nello specifico, il testo della legge delega sugli appalti, dopo il sì di Palazzo Madama, contiene alcune correzioni rilevanti e condivise dalla Filcams: è positivo aver riconfermato il rispetto del contratto nazionale e le tutele per i lavoratori anche in subappalto. La conferma dell'esclusione dei costi della manodopera e della sicurezza dalla possibilità di ribasso è un integrazione importante, richiesta e sostenuta dalla categoria, ma contiene una norma negativa e grave che per il sindacato va modificata.

A parlare è Maria Grazia Gabrielli, segretaria generale della Filcams: “È sbagliato aver lasciato, nel testo approvato, la facoltà di inserire le clausole sociali nei bandi di gara, quando il Codice dei contratti oggi ne prevede l'obbligo - afferma -. L'applicazione di questa modifica metterebbe in discussione la tutela occupazionale negli appalti di servizi, costituendo un incomprensibile passo indietro di sei anni."

La Filcams sarà impegnata a mettere in campo tutte le iniziative volte a presidiare i risultati raggiunti nell'assetto normativo attuale, a partire dalla conferma dell'obbligo di inserimento della clausola sociale negli appalti ad alta intensità di manodopera.

Il testo ora passa all'esame di Montecitorio. "La nostra richiesta è che la Camera operi le necessarie modifiche e ripristini l'obbligo dell'inserimento delle clausole sociali - conclude Gabrielli -. Solo così si può impedire che ogni cambio di appalto si trasformi in perdita di posti di lavoro e di reddito per centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori occupati negli appalti di servizi".